I parlamentari europei Valentina Palmisano e Pasquale Tridico denunciano: «Con la riforma della coesione il Mezzogiorno verrà penalizzato. Una vergogna che combatteremo in ogni sede»
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I fondi europei destinati alla coesione rischiano di cambiare volto – e direzione. E secondo il Movimento 5 Stelle, a pagarne le conseguenze sarà soprattutto il Sud Italia. A lanciare l’allarme sono gli europarlamentari Valentina Palmisano e Pasquale Tridico, che attaccano frontalmente la bozza del nuovo bilancio pluriennale dell’Unione Europea, in attesa di presentazione ufficiale da parte della Commissione europea.
«Se le indiscrezioni saranno confermate – spiegano i due esponenti M5S in una nota congiunta – spariranno i POR, PAC, FESR, FSE: acronimi dietro cui si sono nascoste per anni le uniche vere leve di sviluppo per le regioni del Mezzogiorno».
Dall’autonomia alla spesa centralizzata: la denuncia dei 5 Stelle
Il punto centrale della critica riguarda la riorganizzazione della spesa dei fondi europei, che secondo Palmisano e Tridico verrebbe centralizzata, sottraendo alle Regioni la possibilità di programmare e gestire in autonomia gli investimenti.
Nella nuova configurazione prevista, tutti i finanziamenti strutturali verrebbero accorpati in un fondo unico con meno margini di manovra per gli Stati membri. Non solo: secondo i due eurodeputati, una parte consistente delle risorse destinate alla coesione verrebbe dirottata verso il riarmo e l’industria della difesa, in linea con le recenti priorità strategiche europee.
Fondi UE, dito puntato contro Fitto e Von der Leyen
Nel mirino del Movimento 5 Stelle ci sono anche i nomi di chi – secondo la nota – avrebbe avallato o promosso questa direzione: la presidente della Commissione Ursula Von der Leyen e il commissario europeo con delega alla Coesione, Raffaele Fitto.
«Sul bilancio pluriennale – attaccano Palmisano e Tridico – ci sono le impronte digitali di Von der Leyen, di Fitto e di tutte quelle forze politiche che li sostengono. Cancellare la politica di coesione per finanziare una guerra è una vergogna assoluta che combatteremo in ogni sede istituzionale».