Lo sciopero

I lavoratori delle Poste protestano: «In Calabria poco personale e continue chiusure di uffici»

VIDEO | Diverse secondo le denunce di Slc Cgil Calabria le violazioni del contratto collettivo nazionale. Sospese prestazioni aggiuntive e straordinario: «Manca il 22% degli operatori»

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di Tiziana Bagnato
17 febbraio 2022
15:00

Stop alle prestazioni aggiuntive e di straordinario almeno fino a fine mese. I lavoratori di Poste italiane incrociano le braccia stretti in una morsa fatta di carenza di personale, in Calabria oltre il 20 per cento del fabbisogno calcolato, servizi a singhiozzo, continue chiusure di uffici e spalle del personale a tempo determinato sempre più appesantite. Ma non solo.

Il futuro delle Poste

La polverizzazione dei settori con la nascita di tante piccole aziende mette a rischio, per i sindacati, il futuro di Poste che potrebbe fare la fine di altri colossi della comunicazione ed essere smembrata. A ciò si aggiunge la sicurezza dei mezzi di trasporto, anche questa precaria, e un atteggiamento ostico da parte dell’azienda. Anche ora che è stato avviato lo stop di alcuni servizi proprio per richiamare l’attenzione di Poste e cercare di avviare una virata le cose non sono cambiate tanto che si pensa di prorogare lo sciopero anche a marzo.


«Come Slc Cgil – ci spiega il segretario calabrese Felice Lo Presti - abbiamo riscontrato  che tutti gli accordi nazionali in Calabria non vengono rispettati ed inoltre il personale assunto a contratto a tempo determinato viene sfruttato dai vari responsabili dei centri per effettuare dei lavori che non sono previsti degli accordi sottoscritti».

Ma non solo: «In Calabria, così come nel resto d'Italia, c'è un forte decremento occupazionale di lavoro stabile e questo preoccupa la Slc Cgil il che vede una possibile frammentazione dell'azienda di Poste Italiane in tanti piccoli settori per poi provvedere ad effettuare una cessione».

In Calabria manca il 22 per cento del personale

È partita anche un’azione per comportamento anti sindacale: «Non potevamo fare diversamente – dice Lo Presti -, l’azienda non rispetta quanto sottoscritto nell'ultimo contratto, soprattutto per quanto riguarda lo straordinario e la gestione delle ferie. Al momento in Calabria manca circa il 22% del personale, senza tener conto dei dati 2021, non in nostro possesso che potrebbero portare ad un ulteriore aumento di questo calo occupazionale».

«Lo sciopero – avverte Lo Presti - proseguirà in questa fase fino al primo di marzo poi crediamo di rinnovarlo, secondo i tempi previsti dalla legge, per qualche altro mese fino a quando il confronto con l'azienda non riprenderà in maniera corretta è così come previsto dal contratto».

Giornalista
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