Storie di coraggio

Il giovane Leandro in guerra per la Calabria, le sue piante tagliate e appese a testa in giù: «Non mi piego, vado avanti»

Dopo la laurea l’imprenditore di Taurianova gestisce l'azienda agricola di famiglia da diversi anni durante i quali ha dovuto fronteggiare danneggiamenti e intimidazioni che però non lo hanno fermato. Oggi ha aumentato gli ettari coltivati e creato un’associazione con 1.800 aziende agricole

di Giuseppe Mancini
23 marzo 2024
20:10

«In Calabria ci sono molte ricchezze da saper sfruttare, madre natura ci ha dato gli strumenti per primeggiare. Per migliorare occorre prendere consapevolezza del grande patrimonio che abbiamo. Sono orgoglioso della mia Terra». Ad affermarlo è Leandro Caccamo,  trentasettenne imprenditore agricolo di Taurianova. La sua è una storia di entusiasmo e resilienza.

Nonostante le vessazioni subite negli anni, rimane a schiena dritta, crede fermamente nel territorio e vi investe. Inizia l’attività a 26 anni, dopo il percorso di studi universitari. Subentra nella modesta azienda di famiglia con estensione di soli 5 ettari e, recandosi personalmente a lavorare nei campi, generando utili e rinvestendoli nell’acquisizione di nuove terre, la fa crescere portandola agli attuali 30 ettari. Oggi segue tutta la filiera dell'agrume, viticoltura e olivicoltura, ed è diventato presidente di un’associazione che raccoglie 1800 aziende agricole del territorio calabrese.


«La mia fiducia è massima, credo che nel nostro territorio – dichiara Leandro -. Mi sono dato la missione di fare di tutto per cambiare le condizioni in cui versa la zona, se ci riuscirò sarò soddisfatto, altrimenti potrò dire di averci provato. È una gratificazione doppia quando con le tue opere riesci a migliorare il contesto economico e sociale del territorio in cui vivi. Spero che si fermi l'emorragia dei giovani che scappano dalle nostre terre, che rimangano ad operare qui, e che lottino affinché i nostri diritti vengano riconosciuti. Le istituzioni per favorire tutto ciò, devono stare vicino alle persone, le imprese, sentire i problemi del territorio e farseli suoi».

La passione di Leandro per l’agricoltura nasce dall’esempio avuto in famiglia, dal padre e la madre che lavorano nei campi per mandare i figli all’università, e dal desiderio di ripagare i loro sacrifici. Tutti i 5 figli da giovani hanno contribuito all’attività familiare. Ora a gestirla è Leandro. «Il vero patrimonio che i miei genitori mi hanno trasferito è il senso del lavoro e della dignità – spiega il giovane imprenditore -.  Nelle tesina del diploma, a 17 anni, avevo già scritto come volevo che diventasse la mia azienda, e così è stato. In principio ero visto come un sognatore, anche in virtù del mio modo di fare, che mi portava ad acquisire nuovi terreni senza piegarmi a nessuna forma estorsiva».

Leandro Caccamo negli anni ha subito diversi atti intimidatori e vessazioni, superandoli senza mai chinare il capo. «L’ultimo danneggiamento lo abbiamo avuto circa un anno fa. Mi hanno tagliato le piante giovani e appese simbolicamente a testa in giù – racconta Leandro -. In passato ci hanno bruciato l’attrezzatura, gli alberi, ci hanno rubato circa 300mila euro di rame dell’impianto fotovoltaico. Tutti furti regolarmente denunciati. La forza  per superare questi momenti te la danno i collaboratori, quando li vedi piangere per la paura di aver perso il lavoro, e ti scatta quella voglia di rivalsa, e ti dici “Non posso dargliela vinta”. Facendo importanti sforzi economici ci siamo rialzati, e ci siamo tutelati con un’assicurazione e l’attivazione di un servizio di vigilanza perpetua».

Il giovane imprenditore ha in mente ancora tanti progetti da realizzare, per sviluppare l’azienda, ampliare la gamma di prodotti e scalare la filiera per arrivare a vendere prodotti finiti a prezzi equi e concorrere contro le grandi multinazionali del settore.

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