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Imprese stritolate dal caro bollette: «Lavoriamo in perdita, ma dopo 40 anni di lavoro non voglio chiudere»

VIDEO | L'investimento da quasi un milione di euro prima dello tsunami energico, poi la spirale dell'inflazione. Lo sfogo di un imprenditore catanzarese: «Cerco di salvare il salvabile». Due dipendenti in cassa integrazione e la rete di distribuzione del pane dimezzata (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Luana  Costa
2 ottobre 2022
06:31

Ad un periodo di crisi ne segue uno di crescita economica. A questo pensava Giovanni Macrina, imprenditore specializzato nella produzione di prodotti da forno, quando lo scorso febbraio ha deciso di investire una ingente somma di denaro per aprire un nuovo punto vendita a Montepaone Lido: panificio, pasticceria e ristorazione. La pandemia appariva ormai come uno spettro del passato e nulla lasciava presagire la spirale di inflazione verso cui si andava incontro.

L'investimento prima dello tsunami energetico

Ottocentomila euro per l’acquisto di nuovi locali, attrezzature dotati di sistemi 4.0; tutto alimentato ad energia elettrica. «Per ridurre i costi abbiamo dovuto spegnere le celle frigorifere - inizia da qui il drammatico sfogo l’imprenditore -. Una cella comprata tre mesi fa e costata 50mila euro sono costretto a tenerla chiusa. Non è più possibile – spiega con amarezza – lavorare in una pasticceria da 600 metri quadri e trovarmi con la cella chiusa, con i frigoriferi chiusi, le macchine metà chiuse e metà accese, senza condizionatori. Lo stesso avviene in cucina, dobbiamo tenere la lavastoviglie spenta, il forno alimentato a pellets lo stiamo usando pochissimo perché è arrivato alle stelle e cerchiamo di usare i fornetti».


Lavoriamo in perdita

Si stringe nelle spalle e ammette: «Stiamo lavorando ogni giorno in perdita, avevo anche pensato di chiudere per limitare le spese ma dopo 38 anni di attività, dopo aver lavorato giorno e notte ho pensato che non voglio perdere le mie aziende. Sto cercando di salvare il salvabile». Da ieri ha ridotto la produzione, la consegna e la fornitura di pane alle catene della grande distribuzione: «A malincuore ho dovuto mandare in cassaintegrazione due dipendenti. Da 15 anni lavoravano con me». Un autista e un fornaio resteranno a casa, il furgoncino delle consegne fermo così come tutta la piazza di Catanzaro.

Bolletta record

«Ho mantenuto solo la distribuzione nella zona tra Montepaone e Soverato altrimenti devo chiudere già da domani». A luglio la prima bolletta da record: 15mila euro di costo: «Ho dovuto chiedere la rateizzazione, successivamente ho chiamato il gestore chiedendo di rateizzare anche agosto ma mi è stato risposto che non è possibile perché prima devo pagare luglio. Io i soldi ad agosto non ce li ho e non so come devo fare, mi hanno anche detto che se non pago entro il 28 ci sarà un abbassamento di tensione e non potrò lavorare».

È una slavina. Già dallo scorso mese sono scattate le prime rate del prestito concesso dalle banche durante la pandemia. Un finanziamento con fondi garantiti dallo Stato: una parte a fondo perduto, l’altra parte da restituire entro due anni: «Il mese scorso ho iniziato a pagare la prima rata. Momentaneamente ho sospeso il giro di Catanzaro, ho ridotto il personale, in pasticceria ho chiuso i macchinari e nel laboratorio abbiamo ridotto la produzione perché non ho intenzione di chiudere ma di uscire da questi guai».

Giornalista
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