Il vescovo di Cassano allo Ionio ha espresso un pensiero anche sulla Calabria: «Bisogna cambiare mentalità, solo così potremo generare un'economia più giusta e solidale»
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Si è concluso da poche ore il Giubileo dei Lavoratori e degli Imprenditori dedicato a celebrare il valore e il significato del fare impresa secondo i principi della dottrina sociale della Chiesa. A presiedere la Messa, per l’occasione, nella Basilica di San Pietro è stato mosignor Francesco Savino, vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana e vescovo della Diocesi di Cassano allo Jonio, il quale si è rivolto agli oltre 500 soci dell’Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti (Ucid) e ai loro collaboratori provenienti da tutta Italia che sabato 3 maggio hanno attraversato la Porta Santa. Presente tra loro anche la delegazione calabrese guidata da Francesco Augurusa, presidente dell’Ucid Calabria e presidente della Fondazione Antonio Emanuele Augurusa.
Monsignor Savino al Giubileo degli Imprenditori
Proprio monsignor Savino si racconta in un’intervista ai microfoni della Fondazione Augurusa: «Io penso sia un bel momento per Ucid e per tutti quegli imprenditori che cercano di mettere insieme la fede, il Vangelo e la storia dell'impresa. Mai come in questo momento dobbiamo renderci conto che l'impresa deve essere una famiglia e i criteri che devono guidare un'azienda non devono essere solo quelli del profitto ma i beni comuni, soprattutto però mettere al centro i diritti dei lavoratori. Senza dimenticare il rapporto fra diritti e doveri».
E ancora: «Il rapporto tra fede e impresa si gioca sulla legalità come mezzo per raggiungere la giustizia. Se mettiamo insieme i principi saldi della democrazia e i principi fondamentali della dottrina sociale della Chiesa, sono convinto che gli imprenditori cattolici sapranno attivare processi generativi di quella economia non meramente finanziaria ma reale, che genera posti seri di lavoro».
Un pensiero alla Calabria
Focus anche sulla Calabria e che Mons. Savino presenta come: «Bella ma sfigurata. La Calabria ha bisogno di trasfigurazione e di cambiare sia il paradigma culturale che il sistema della mentalità calabrese. Dobbiamo affermare il principio della cooperazione e solo in quel momento insieme, in Calabria, potremo generare un'economia più giusta e più solidale, corrispondente a quelli che sono i diritti e i doveri dei cittadini e delle cittadine calabresi».
Un plauso poi per gli imprenditori calabresi e in particolare per il Presidente degli imprenditori cristiani calabresi Francesco Augurusa: «Sono molto legato all’imprenditore Augurusa. Sono convinto che Augurusa sia una bella testimonianza di come si può mettere insieme un’impresa sociale, un’impresa seria e generativa di lavoro e di economia, con quella Fede che deve evidentemente animare l’impresa e più in generale le realtà temporali».