Maglia nera

Le città calabresi tra le peggiori in Italia per qualità del lavoro: la classifica nazionale

Tutti e cinque i capoluoghi di provincia nella fascia più bassa. La graduatoria è stata stilata per la prima volta sulla base di sette parametri, tra cui livello di reddito, servizi di cittadinanza, trasporti, sicurezza e tempo libero

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di Redazione
3 luglio 2023
18:34

Ancora un primato negativo per la Calabria. Le cinque città capoluogo, infatti, si attestano agli ultimi posti della prima classifica nazionale sulle migliori Città del Lavoro 2023, promossa dalla Fondazione Aidp (Associazione Italiana per la Direzione del Personale), con la collaborazione scientifica di Isfort (Istituto superiore di formazione e ricerca per i trasporti).

La classifica è stata stilata sui 110 capoluoghi di provincia italiani, suddivisi in tre fasce: verde, gialla e rossa. Nella prima rientrano le città “promosse” a pieni voti a cui verrà assegnato una sorta di bollino di qualità; nella seconda quelle che si attestano su una posizione intermedia e, infine, nell’ultima fascia, quella rossa, rientrano le città con i punteggi più bassi. Tra le trenta città in ultima fascia, dunque, ritroviamo i capoluoghi calabresi - Vibo Valentia, Catanzaro, Cosenza, Reggio Calabria e Crotone – insieme a Brindisi, Pistoia, Frosinone, Taranto, Palermo, Ragusa, Caserta, Campobasso, Chieti, Trani, Benevento, Siracusa, Agrigento, Isernia, Salerno, Catania, Caltanissetta, Avellino, Messina, Barletta, Trapani, Foggia, Napoli, Enna e Andria.


Quaranta, invece le città della fascia verde: Milano, Trieste, Udine, Bergamo, Pordenone, Cagliari, Gorizia, Padova, Siena, Cremona, Bolzano, Verbania, Trento, Treviso, Sondrio, Modena, Monza, Brescia, Pavia, Pisa, Firenze, Bologna, Belluno, Lodi, Parma, Prato, Macerata, Lecco, Torino, Ancona, Vicenza, Genova, Forlì, Mantova, Venezia, Ravenna, Piacenza, Novara, Roma e Lucca.

E 40 sono anche i capoluoghi di fascia gialla, cioè intermedia: Cesena, Cuneo, Reggio Emilia, La Spezia, Verona, Sassari, Ascoli Piceno, Ferrara, Livorno, Aosta, Oristano, Biella, Savona, Varese, Perugia, Pesaro, Rovigo, L'Aquila, Vercelli, Nuoro, Lecce, Arezzo, Bari, Viterbo, Fermo, Grosseto, Potenza, Matera, Rimini, Como, Massa, Rieti, Pescara, Imperia, Terni, Latina, Alessandria, Carbonia, Teramo e Asti.

Per stilare la classifica sono stati presi in considerazione sette parametri: i fondamentali economici (livello dei redditi e costo della vita); servizi di cittadinanza (sociale e sanità, offerta formativa, trasporti e accessibilità; cultura e tempo libero (offerta culturale e tempo libero); sicurezza (incidentalità stradale, criminalità, sicurezza sul lavoro, sicurezza sul territorio); vivibilità ambientale (inquinamento, produzione rifiuti, verde pubblico, condizioni climatiche); inclusione, diritti e pari opportunità (qualità della vita delle donne, qualità della vita dei bambini, qualità della vita dei giovani, qualità della vita degli anziani); futuro e innovazione (demografia, impresa, digitalizzazione). Sulla base della media di tali parametri è stata definita la classifica generale. Nel complesso sono stati utilizzati 57 indicatori.

«La ricerca - spiega Isabella Covili Faggioli, presidente Fondazione Aidp - si è posta l'obiettivo dì esplorare il tema delle aree territoriali dove si lavora meglio intendendo con questa espressione la valutazione dei fattor interni ed esterni alla condizione lavorativa, analizzando il lavoro come parte integrante della vita. Tra i fattori che influiscono sulle scelte localizzative dì occupazione, quelli intrinseci dì qualità del posto dì lavoro, ci sono i livelli retributivi, l'offerta dì prospettive professionali, la reputazione azienda e la qualità degli ambienti lavorativi, delle mansioni da svolgere, i sistemi di welfare territoriale, la dinamicità del mercato del lavoro, una sorta di urbanistica del lavoro, e così via».

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