Le riserve auree sono custodite principalmente dalla Banca d’Italia. Questo patrimonio colloca il nostro Paese al terzo posto a livello globale, dopo Stati Uniti e Germania. Ma qual è la loro storia?
Tutti gli articoli di Economia e lavoro
PHOTO
Lingotti, immagine di repertorio
L’Italia detiene una delle più imponenti riserve auree al mondo: 2.452 tonnellate di oro, custodite principalmente dalla Banca d’Italia. Questo patrimonio colloca il nostro Paese al terzo posto a livello globale, dopo Stati Uniti e Germania, e al secondo in Europa.
Secondo gli ultimi dati disponibili, le riserve auree italiane ammontano a 2.452 tonnellate, di cui 4,1 tonnellate sotto forma di monete (circa 871.713 pezzi) e il restante in lingotti. Al 6 maggio 2025, il valore di questo tesoro è stimato in circa 234,96 miliardi di euro, grazie all’apprezzamento del prezzo dell’oro negli ultimi mesi.
Come siamo arrivati a possedere tanto oro? La storia delle riserve auree italiane è strettamente legata agli eventi economici e politici del XX secolo:
- Dopoguerra e ricostruzione. Tra il 1951 e il 1960, l’Italia accumulò quasi 2.000 tonnellate di oro, grazie a surplus commerciali e politiche di risparmio.
- Accordi internazionali: Nel 1997, la Banca d’Italia acquisì 570 tonnellate di oro dall’Ufficio Italiano dei Cambi (UIC), portando le riserve a 2.074 tonnellate.
- Conferimento alla BCE: Nel 1999, con l’ingresso nell’Unione Economica e Monetaria, l’Italia conferì 141 tonnellate di oro alla Banca Centrale Europea.
Cerchiamo di capire dove è custodito l’oro italiano. Circa 1.100 tonnellate sono conservate nei caveau di Palazzo Koch a Roma, sede della Banca d’Italia. Il restante è depositato in istituzioni finanziarie estere, come la Federal Reserve di New York e la Banca d’Inghilterra, per motivi di sicurezza e diversificazione geografica.
Le riserve auree rappresentano una garanzia di stabilità finanziaria e credibilità internazionale:
- Protezione contro le crisi: L’oro è considerato un “bene rifugio”, il cui valore tende a crescere in periodi di incertezza economica.
- Indipendenza monetaria: Pur facendo parte dell’Eurozona, l’Italia mantiene una significativa autonomia grazie alle sue riserve auree, che rafforzano la fiducia nel sistema finanziario nazionale.
- Risorsa strategica: In passato, l’oro è stato utilizzato come garanzia per ottenere prestiti internazionali, come negli anni ‘70, quando l’Italia lo impiegò per assicurarsi un prestito dalla Germania, evitando il default.
Periodicamente, emerge il dibattito sull’opportunità di utilizzare parte delle riserve auree per finanziare la spesa pubblica. Tuttavia, la Banca d’Italia, in quanto istituzione indipendente, non è soggetta a direttive governative in merito, come stabilito dall’articolo 108 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea.
Le riserve auree italiane non sono solo un simbolo di ricchezza, ma una componente fondamentale della stabilità economica del Paese. In un mondo caratterizzato da incertezze finanziarie e geopolitiche, l’oro rappresenta una solida ancora di sicurezza per l’Italia.