Il report

Migranti, il sistema di sfruttamento nei campi della Piana di Gioia raccontato dagli operatori di Incipit

VIDEO | Nella giornata mondiale di preghiera per le vittime di tratta, un focus sulla condizione di lavoro nei campi di raccolta. Costantino: «Nel 2021, negli sportelli di San Ferdinando e a Drosi, incontrati quasi 250 lavoratori»

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di Anna Foti
8 febbraio 2022
21:30

«Dovrebbe essere corrisposta una paga oraria di circa 10-11 euro, invece ai braccianti agricoli stranieri, adesso in tempo di pandemia, vengono corrisposti nella migliore delle ipotesi fino a 40 euro al giorno, con turni massacranti che d'estate possono arrivare anche fino a sedici ore, senza giorni di riposo o ferie. Non mancano coloro che, soprattutto nelle stagioni con più ore di luce, lavorano tutto il giorno per due datori di lavoro diversi. Una paga che fino al 2020, quando prima del Covid la mobilità era maggiore come l'offerta di lavoro, era anche scesa fino a 25 euro al giorno». Resta dilagante il fenomeno dello sfruttamento del lavoro nei campi di raccolta della Piana di Gioia Tauro, come attesta questo quadro delineato da Pasquale Costantino, consulente legale dell'associazione Piccola Opera Papa Giovanni di Reggio Calabria, ente attuatore capofila del progetto Incipit, avviato nel 2016.

Incipit per contrastare la tratta di persone in Calabria

Incipit, acronimo di Iniziativa calabra per identificazione, protezione ed inclusione sociale delle vittime di tratta, oltre che parola latina di forte suggestione che richiama il nuovo corso di un'esistenza, tra i 21 progetti finanziati dal dipartimento Pari Opportunità della presidenza del Consiglio dei Ministri, di cui la Regione è ente proponente, attuato in Calabria da sette soggetti tra l'associazione Piccola Opera Papa Giovanni per il territorio metropolitano reggino, tra i suoi ambiti di intervento contempla anche lo sfruttamento lavorativo nella Piana di Gioia Tauro, nelle zone di Rosarno, San Ferdinando, Taurianova con l'insediamento informale di contrada Russo, e in quelle di Sant'Eufemia e Sibari, rispettivamente nel catanzarese e nel cosentino. Nella Piana di Sibari lo sportello si trova a Schiavonea presso la sede dell’Associazione Giovanni Paolo II, nella Piana di Lamezia Terme a Sant’Eufemia presso la struttura che ospita il dormitorio della Caritas Diocesana, a Nicastro presso la sede del Centro legale dell’Associazione Comunità Progetto Sud e ad Amantea presso la struttura della Camera del lavoro della locale Cgil, nella Piana di Gioia Tauro presso la struttura Hospitality School a San Ferdinando, un secondo presso la Caritas di Drosi, frazione di Rizziconi.


Gli altri ambiti del progetto Incipit

Il progetto Incipit prevede anche l'altra direttrice operativa del contrasto allo sfruttamento sessuale. Essa si articola attraverso l’attività di accoglienza delle donne in luogo protetto nel momento della fuoriuscita e di successivo accompagnamento per inserimento lavorativo. La consulenza è svolta dagli operatori del progetto presso gli sportelli e su richiesta delle commissioni territoriali per il riconoscimento della Protezione Internazionale, del tribunale, delle forze dell'ordine, di strutture di accoglienza e altri enti e servizi. Anche sulle donne si concentra l'odierna ottava giornata mondiale della preghiera per le vittime di Tratta.

Altra direttrice operativa è lo sfruttamento nell’ambito dell’accattonaggio forzato. Una delle forme meno conosciute che costringe donne, bambini e persone con disabilità, individuati anche nei paesi di provenienza e fatti appositamente arrivate in Europa, a mendicare per conto di reti criminali.

Delle 335 persone incontrate dall'associazione Piccola Opera Papa Giovanni di Reggio Calabria nel 2021, unitamente ai 249 dello sportello dello sfruttamento lavorativo, anche 40 vittime di accattonaggio forzato e 38 donne vittime di sfruttamento sessuale, accolte in luogo protetto con otto figli minori.

Lo sfruttamento lavorativo e sessuale

Lo sfruttamento lavorativo e la riduzione in schiavitù sono volti dell'odioso e ancora diffuso fenomeno della tratta di persone alla stessa stregua dello sfruttamento sessuale a scopo di prostituzione in cui restano intrappolate molte donne. Il progetto Incipit contrasta questi fenomeni con il sostegno all'emersione e l'accompagnamento in un nuovo percorso di integrazione lavorativa e sociale.

«I lavoratori che incontriamo, arrivano in Italia attraverso i canali della tratta e del traffico di persone e molti arrivano, come avviene per le ragazze, con un debito di saldare. Soprattutto per i primi anni lavorano per corrispondere quanto dovuto a chi li ha fatti arrivare in Italia e per proteggere da ritorsioni le famiglie rimaste nel paese di origine. Una condizione che li accomuna alle donne vittime di sfruttamento sessuale e costrette e prostituirsi. Nel caso dello sfruttamento lavorativo si lavora di più sui due profili del sostegno all’emersione del lavoro irregolare e vigilanza sulle condizioni contrattuali, laddove ci sia un permesso di soggiorno o vi sia già un contratto, oppure si offre supporto per alla regolarizzazione, quando possibile, con successiva stipula del contratto. Fronte di grande importanza è anche quello della sensibilizzazione al fine di favorire l'acquisizione di consapevolezza dei diritti da esercitare. Tutto questo attraverso consulenze allo sportello legale e amministrativo, supporto e accompagnamento anche sanitario nell'ambito di una rete con altri attori del territorio, corsi di alfabetizzazione della lingua italiana e sindacale. L'emersione e l'integrazione si praticano non solo attraverso la denuncia, mai semplice, ma anche attraverso un percorso culturale», ha spiegato ancora Pasquale Costantino, consulente legale dell'associazione Piccola Opera Papa Giovanni di Reggio per progetto Incipit.

La regolarizzazione, l'emersione e il lavoro grigio

«Nel 2021 presso gli sportelli di prossimità accanto alla tendopoli di San Ferdinando e a Drosi, frazione di Rizziconi, abbiamo incontrato quasi 250 persone e con loro abbiamo avviato i nostri interventi per emersione e regolarizzazione. Il lavoro da compiere è tanto e di non facile espletamento. Le criticità sono molteplici e legate a tanti fattori. I lavoratori stagionali agricoli, tutti uomini tra i venti e quarant'anni - prevalentemente provenienti dalla Africa Sub-sahariana, da Senegal, Gambia e Ghana, qualcuno dalla Nigeria, con un folto gruppo di maliani in contrada Russo - sono soggetti a frequenti mobilità e fluidità che li portano a spostarsi e tornare o a dedicarsi, nei diversi periodi dell'anno, a differenti raccolte e a diversi lavori; un tempo breve in cui si ritrovano assorbiti dall'esigenza di mettere da parte qualcosa da inviare alla famiglia. Tra coloro che riusciamo ad intercettare - ha spiegato ancora l'avvocato Pasquale Costantino - ci sono anche portatori di situazioni rispetto alle quali la legge non consente alcuna azione. Chi non ha permesso di soggiorno, e non sono la maggioranza, non può stipulare un contratto di lavoro per poterlo ottenere, quindi in questo caso il nostro intervento consiste nell'affiancamento per la regolarizzazione del titolo di soggiorno con la fuoriuscita dalla clandestinità, che non è sempre possibile, e la conseguente eventuale emersione con la stipula di un contratto di lavoro, vigilando che non ci siano clausole trabocchetto. Laddove, come nella maggior parte dei casi, ci sia il titolo di permanenza su territorio italiano ma ci sia sfruttamento, prestiamo assistenza nel percorso di sottoscrizione del contratto; qualora già il contratto già ci sia, ci assicuriamo che esso rispetti le norme di legge e supportiamo i lavoratori nell'interlocuzione con il datore di lavoro. Soprattutto nel settore agricolo, oggi il lavoro in molte meno occasioni è completamente nero. Oggi ci scontriamo e ci confrontiamo con una forma di sfruttamento più subdola che è il lavoro grigio, solo all'apparenza pienamente regolare. Una copertura per i controlli e le ispezioni ma senza alcun rispetto dei livelli di retribuzione, degli orari di lavoro e della normativa in materia di sicurezza, con meno giornate indicate rispetto a quelle lavorate. È capitato di vedere contratti con una sola giornata di lavoro con una conseguente impossibilità di conseguire poi i requisiti per procedere, ad esempio, con il rinnovo del permesso di soggiorno. La denuncia di situazioni di illegalità non è, comunque, un passaggio scontato. Resta la paura di perdere quell'unica fonte di sostentamento che serve per pagare il debito contratto per arrivare in Italia e per aiutare la famiglia lasciata nel paese di origine», ha sottolineato ancora Pasquale Costantino, consulente legale dell'associazione Piccola Opera Papa Giovanni per progetto Incipit.


Lavorare per uscire dall'invisibilità non per restarne intrappolati


«Nei sei anni di attività finora svolte nella Piana di Gioia Tauro, abbiamo eseguito circa duemilacinquecento interventi che hanno supportato un migliaio di lavoratori in un percorso ancora lungo e difficile di affermazione di dignità e di libertà. I lavoratori si lasciano aiutare ma non è facile quando temono di perdere il lavoro e la retribuzione, seppure inadeguate e non a norma di legge. Sulle loro spalle, purtroppo, si carica tutto il profitto della filiera di produzione. Chi consuma potrebbe decidere di farlo criticamente, acquistando presso punto vendita di economia solidale e sostenibile e così contribuendo a spezzare questa catena di sfruttamento», ha spiegato ancora l'avvocato Pasquale Costantino che ha registrato anche il fenomeno del caporalato, spesso praticato di braccianti stranieri ormai stanziali, e ha sottolineato anche la forte carenza di opportunità abitative dignitose.

Ancora tanti diritti negati

«Quello che si fa non è mai abbastanza. La nostra attività prosegue nonostante i tanti ostacoli che ogni giorno fronteggiamo e che nulla sono rispetto alla fatica e alle difficoltà di queste persone che, invece di abbandonarsi a vie più comode ma criminali, scelgono il lavoro anche se faticoso e duro. Hanno diritto ad essere sostenuti, oltre che ad essere considerati come portatori di diritti e non come mera forza lavoro. Lavoriamo in rete con Istituzioni, prefettura, questura, ispettorato del lavoro, con il sindacato Flai Cgil e altre organizzazioni impegnate sul territorio come Emergency, Medu. La strada è ancora lunga», ha concluso Pasquale Costantino, consulente legale dell'associazione Piccola Opera Papa Giovanni per progetto Incipit.

Giornalista
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