Fp Cgil, Uil Fpl, Csa Cisal e il coordinatore della Rsu chiedono un incontro urgente con l’obiettivo di potenziare e valorizzare le risorse umane impiegate riconoscendone il ruolo strategico e le competenze maturate
Tutti gli articoli di Economia e lavoro
PHOTO
Le segreterie aziendali della Regione Calabria di Fp Cgil, Uil Fpl e Csa-Cisal , unitamente al coordinatore della Rsu, hanno richiesto un incontro urgente con l’assessore al Lavoro, Giovanni Calabrese, e con il dirigente Generale di Arpal Calabria, Pietro Manna, per affrontare la situazione del personale Arpal attualmente in servizio presso i Dipartimenti della Giunta regionale.
L’obiettivo è chiaro: potenziare e valorizzare le risorse umane impiegate, riconoscendo il ruolo strategico e le competenze maturate nel tempo, garantendo pari dignità contrattuale e reali prospettive di una collocazione lavorativa che faccia coincidere forma con sostanza, mettendo in atto tutte le procedure consentite dalle norme per un rapporto lavorativo diretto, prima di tutto con la Regione Calabria che usufruisce della prestazione lavorativa», si legge in una nota dei sindacati.
«Con la Legge regionale n. 25/2023, l’Azienda Calabria Lavoro – Ente Pubblico Economico – è stata trasformata in Arpal Calabria, ente pubblico non economico della Regione – prosegue la nota –. Da anni, ed attraverso apposite convenzioni, il personale Arpal presta attività di supporto tecnico e amministrativo agli uffici regionali, assicurando il funzionamento di settori cruciali della macchina amministrativa. Nonostante l’importanza del loro apporto, i lavoratori sono inquadrati con contratto part-time (18 ore settimanali), mentre, le ulteriori 18 ore (non per tutti i lavoratori) sono coperte da progetti in scadenza il 30 settembre 2025, senza adeguate garanzie per il futuro. I fondi attualmente disponibili, infatti, non permettono il pieno utilizzo delle professionalità, generando disparità tra chi opera in ambiti coerenti con le finalità di Arpal e chi presta servizio in altri Dipartimenti».
«Molti di questi lavoratori, pur operando in settori non direttamente legati alle politiche attive del lavoro – spiegano i sindacati –, svolgono attività essenziali per l’amministrazione regionale, con competenze consolidate che rischiano di andare perdute. Per queste ragioni, i sindacati chiedono l’attivazione di procedure di mobilità e/o comando, essendo improprio finora la modalità di assegnazione del personale Arpal nei Dipartimenti regionali non coerenti con le attività di politiche attive, finalizzate al passaggio a tempo indeterminato nei ruoli regionali e/o negli enti subregionali, con condizioni contrattuali e retributive analoghe a quelle del personale regionale. Tale misura porterebbe di certo utilità alla stessa Arpal in quanto – ritengono i sindacati – il risparmio del costo del personale fuoriuscito favorirebbe il raggiungimento del full time per il personale dipendente di Arpal, superando quelle criticità nel reperimento delle ulteriori risorse».
«Tale misura – dichiarano le sigle sindacali – sarebbe in linea con il principio del buon andamento della pubblica amministrazione e con la necessità di valorizzare le professionalità interne, come già avvenuto in passato per altre categorie di lavoratori, tra cui i Tis».
I sindacati sollecitano la convocazione immediata di un tavolo di confronto e confidano nella sensibilità della Giunta regionale affinché si dia una risposta concreta a lavoratori che, con impegno e professionalità, da anni contribuiscono al buon funzionamento dell’amministrazione calabrese.