Scuola, piano mobilità: il Consiglio di Stato dà ragione ai docenti

I professori avevano contestato in sede amministrativa l’assegnazione delle sedi. I giudici hanno imposto al Miur la rivalutazione e lo spostamento dei ricorrenti
di Luana  Costa
31 ottobre 2017
09:31
Il Consiglio di Stato ha dato ragione ai docenti
Il Consiglio di Stato ha dato ragione ai docenti

Bisognerà procedere a una rivalutazione delle sedi assegnate agli insegnanti nell’ambito del piano straordinario di mobilità varato lo scorso anno dal Governo. È quanto ha disposto ieri la sesta sezione del Consiglio di Stato emettendo una nuova ordinanza con cui ha imposto al Miur “di rivalutare con precisione e rigore, al di là di automatismi informatici d’altro tenore, offrendo agli appellanti sedi disponibili in loco più coerenti con il loro profilo lavorativo e le loro richieste”.

 


Il ricorso

I docenti avevano, infatti, impugnato l’ordinanza ministeriale che prevedeva la procedura di mobilità straordinaria e alla quale i docenti avevano aderito compilando la relativa istanza online. Oggetto di contestazione era l’assegnazione delle sedi “demandata ad un algoritmo, con modalità di funzionamento sconosciute, in evidente contrasto con il principio fondamentale secondo cui l’utilizzo dello strumento informatico debba categoricamente essere considerato come servente rispetto all’attività amministrativa”, determinando il trasferimento d’imperio di numerosi docenti “senza tener conto delle preferenze espresse, pur in presenza di posti disponibili nelle province indicate nella domanda di mobilità in organico di fatto e in deroga, peraltro assegnati a docenti con punteggio inferiore senza alcuna motivazione e in difetto della benché minima trasparenza”.

 

Inadempienza

Ma nonostante una prima pronuncia l’ordinanza era rimasta ineseguita e così ieri i giudici di Palazzo Spada hanno fissato un termine di trenta giorni per consentire al Miur di definire le posizioni di ciascun ricorrente e, se del caso, di trasferirli nelle sedi disponibili richieste disponendo fin d’ora la nomina d’un commissario ad acta in caso d’inutile decorso del termine.

 

La pronuncia

“Il ricorso è meritevole d’accoglimento – annotano i giudici - stante sia l’attualità del danno lamentato sia l’evidente inadempimento da parte dell’amministrazione intimata. Va nominato fin d’ora, in caso di persistente inerzia del Miur, quale commissario ad acta il capo del dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali dello stesso Ministero, affinché, nell’ulteriore termine di giorni dieci decorrente da quando è inutilmente trascorso quello dianzi assegnato e per il tramite d’un dirigente da lui prescelto, provveda per l’esecuzione integrale dell’ordinanza”.

 

I ricorrenti

Rosa Anania, Lorella Iolanda Fortunato, Vincenzo Maradei, Maria Rosa Tripodi, Carlo Vetere, Adriana Bajamonte, Patrizia Cava, Patrizia Nicoletti, Alessandra Pennestrì Fabio Bonofiglio, Renata Carrieri, Annunziata Conte, Sonia Di Palma, Patrizia Gaudio, Paola Mirabelli, Piera Mirabelli, Rosella Varcasia, Caterina Vincenzo e Angelina Viola.

 

Luana Costa

 

Giornalista
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