L’intesa

Porto di Gioia Tauro, la Mct pronta a pagare i tamponi per i dipendenti senza green pass

Accordo raggiunto con i sindacati. A conclusione dell’incontro, Agostinelli si è rivolto ai rappresentati delle organizzazioni affinché continuino a sensibilizzare i lavoratori sull’opportunità di vaccinarsi

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di Agostino Pantano
14 ottobre 2021
18:16

Non si è fermato nei mesi caldi del lookdown e non si fermerà neanche da domani per l'entrata in vigore dell'obbligo del green pass in capo ai lavoratori. Al porto di Gioia Tauro è arrivato l'accordo con cui, come chiedevano le organizzazioni sindacali - in primis la Cgil che col segretario Salvatore Larocca anche dai nostri microfoni, in esclusiva, aveva rivolto un appello al terminalista Mct - la società privata che controlla la banchina si farà carico delle spese per garantire ai non vaccinati lo screening alternativo che equivale all'autorizzazione per raggiungere il posto di lavoro.

Si è appena concluso infatti, in modalità digitale, il Comitato di igiene e sicurezza, convocato dal presidente dell’Autorità di Sistema portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio, Andrea Agostinelli, a cui hanno preso parte i rappresentanti delle sigle sindacali di settore (Cgil – Cisl – Uil) il terminalista Mct, le aziende portuali e il medico dello Spisal.


Tamponi dunque per quanti non si sono vaccinati, che sarebbero in un numero «non eccessivo» aveva detto il segretario Larocca. La riunione servirà a formalizzare l'intesa per fare in modo che lo scalo calabrese si allinei agli altri, in particolare quello di Trieste, dove le aziende hanno aperto alle richieste dei sindacati, proprio per scongiurare il blocco delle attività.

Agostinelli, nel dare la disponibilità logistica a sostegno dell’organizzazione della campagna, ha voluto conoscere il numero delle persone che, da una recente indagine effettata dal terminalista, hanno dichiarato di non essere vaccinati. Al momento sono risultate solo 12 persone, ma è chiara la convinzione che il reale numero potrebbe risultare superiore.

Fondamentale da quanto trapela in queste ore si sarebbe rivelato il ruolo di mediazione fornito dall'Autorità di sistema portuale, dichiaratasi pronta a farsi carico della ricerca di forme che consentano ai datori di lavori - non c'è infatti solo il terminalista dei container - di venire incontro alle richieste dei sindacati.

A conclusione dell’incontro, Agostinelli si è rivolto ai rappresentati sindacali, affinché continuino a sensibilizzare i lavoratori circa l’opportunità di vaccinarsi o, comunque, di rispondere positivamente alla campagna tamponi. «Credo – ha concluso – che, nel rispetto della normativa sanitaria vigente, la produttività del porto di Gioia Tauro, primo scalo di trasnhipment d’Italia, debba essere salvaguardata; nel caso contrario ne risentirebbe pesantemente l’economia regionale e non solo. Troverei paradossale che i lavoratori portuali di Gioia Tauro, che hanno garantito lavoro e impegno durante il periodo durissimo del lock-down, non salvaguardassero oggi la propria salute e quella dei propri compagni di lavoro».

Giornalista
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