Porto di Gioia, avviato il procedimento di decadenza della concessione a Mct

Dopo le minacce di ieri del ministro Toninelli, oggi il commissario Agostinelli ha messo in mora il terminalista che avrà 30 giorni di tempo per dare risposte su investimenti e occupazione

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di Francesco Altomonte
27 febbraio 2019
17:03
Porto di Gioia Tauro
Porto di Gioia Tauro

«In data odierna, l’Autorità portuale di Gioia Tauro, guidata dal commissario straordinario, Andrea Agostinelli, ha comunicato ai due azionisti del Terminal Mct, Contship e Til-Msc, l’avvio del procedimento di decadenza della relativa concessione demaniale delle banchine del porto di Gioia Tauro».

 


Ieri il ministro Danilo Toninelli in visita al porto di Gioia Tauro lo aveva annunciato. A distanza di 24 ore, l’Autorità portuale di Gioia Tauro ha inviato la messa in moro del terminalista che gestisce lo scalo portuale. La nota ufficiale, naturalmente, è indirizzata a entrambe le società che stanno dentro Mct, Contship e Til-Msc (la concessione però è ad appannaggio solo di Contship), ma Msc ha già annunciato di volere investire nello sviluppo del terminal.

 

Da oggi, quindi, Mct ha 30 giorni di tempo per dare risposte su investimenti e manutenzione di mezzi e banchine, pena la decadenza della concessione. Dopo una lunga fase di braccio di ferro, quindi, il ministero del Trasporti è passato dalle parole ai fatti, mettendo alle strette il terminalista che, dalla nascita del porto più di 20 anni fa, adesso rischia seriamente di uscire dalla gestione dello scalo portuale.

 

Toninelli nella giornata di ieri, dalla sede dell’Autorità portuale, aveva dichiarato alla stampa che la messa in mora sarebbe partita «nelle prossime ore, è un atto che non ha precedenti – aveva detto - ma che siamo obbligati a fare. Una concessione di 50 anni che riguarda un milione e mezzo di metri quadrati di suolo pubblico e sui quali devi fare manutenzione e investimenti. Inoltre nell’ultimo atto aggiuntivo della concessione nel 2003 si diceva che nel 2007 i container dovevano essere 4 milioni e l’anno dopo 5 milioni. Siamo a meno di due milioni e mezzo significa che non sono stati mantenuti gli obblighi e raggiunti gli obiettivi».  

 

Obiettivi che, a detta del ministro, erano stati tutti disattesi e, davanti alla minaccia di Mct di una nuova ondata di licenziamenti, dopo i 377 del 2016, sindacati e Toninelli hanno chiesto nuovi investimenti per rilanciare lo scalo. Alleata del ministro è in questo momento Msc, l’azienda che fa capo alla famiglia Aponte che ha già annunciato di volere investire 140 milioni di euro nei prossimi due anni e un aumento dei traffici.

«Msc non ha ancora formalizzato una proposta – aveva aggiunto il titolare dei Trasporti - ma ha scritto una lettera di impegni generali in cui si impegna e investire e rilanciare il porto, ma naturalmente attendiamo un business plan con dei numeri sui quali ragionare e discutere». Da alcune settimane non si hanno notizie ufficiali da parte di Mct.

 

La scorsa settimana, infatti, il terminalista ha disertato il tavolo al ministero con le parti sociali. Adesso è chiamata ufficialmente a uscire allo scoperto e dire se vuole rimanere a gestire il porto di Gioia Tauro, offrendo garanzie su investimenti e occupazione, o entro 30 giorni potrebbe essere estromessa da Gioia Tauro. Su eventuali azioni legali del terminalista, ieri, Toninelli è stato chiaro. «Io ho a cuore i lavoratori che ho di fronte delle eventuali azioni legali, di probabili contenziosi sinceramente me ne frego».

 

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