Praia, il Comune rifiuta di rateizzare il debito e la libreria viene chiusa. Il titolare protesta: «Fatemi lavorare»

VIDEO | Pasquale Lanzillotti è proprietario della libreria Victoria e da poco ne aveva ripreso la gestione. Aveva chiesto di poter pagare le somme un pò per volta ma l'ente ha sollecitato l'immediata riscossione: «Se la mia attività è chiusa come posso rendere quanto devo?»

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di Francesca  Lagatta
14 luglio 2021
19:11

Pasquale Lanzillotti, commerciante di Praia a Mare, da quattro giorni è seduto su uno sgabello, appena fuori al suo negozio, per protestare contro la decisione del Comune di chiudere la sua attività a causa dei tributi non pagati. In paese la libreria Victoria da 20 anni rappresenta una vera e propria istituzione e la notizia ha fatto subito il giro del circondario, suscitando polemiche e disappunto. Lanzillotti, persona benvoluta e molto conosciuta nella città dell'isola Dino, aveva provato a risanare il debito chiedendo mediante il suo avvocato mediatore una rateizzazione delle somme, ma la proposta è stata bocciata e gli agenti della polizia locale non hanno potuto far altro che imporgli la chiusura dell'attività. «Ma non posso accettarlo - dice l'uomo -, se non posso lavorare, come farò a ripagare il debito al Comune?».

L'eredità poco redditizia

Pasquale Lanzillotti gestisce la libreria Victoria insieme alla moglie dai primi anni 2000. L'apertura della sua attività ha rappresentato un punto di incontro per studenti e intellettuali, più o meno giovani, ma anche per chi ha semplicemente la passione della lettura, per chi divora libri e ama vivere altre vite standosene comodamente seduti sul divano di casa propria. Ma a un certo punto, Lanzillotti eredita dai suoi genitori un piccolo patrimonio immobiliare e gestirlo è un'impresa. Il mercato immobiliare arranca e poi arriva funesta la pandemia a sospendere le esistenze. Nel frattempo la libreria viene data in gestione e nel periodo del lockdown rimane ovviamente chiusa. Durante la scorsa primavera il libraio decide di riprendere la gestione dell'attività e, nonostante i tempi bui, di pagare il debito per i tributi non pagati al Comune. Ma le somme sono lievitate. Chiama quindi un avvocato mediatore e intraprende un dialogo con gli uffici e alcuni amministratori dell'ente. Si discute della rateizzazione, che metterebbe tutti d'accordo, e il suo legale prepara un piano di rientro. Ma non basta, perché il Comune, dopo una riunione degli amministratori, decide che il pagamento delle somme deve essere totale, come chiesto ad altri utenti morosi, e sabato pomeriggio i vigili sono costretti a imporre la chiusura dell'attività.


L'appello: «Fatemi lavorare»

«Sono pronto a rinunciare a uno dei miei immobili per risanare il debito, perché è giusto che io paghi le tasse come tutti, ma, vi prego, fatemi lavorare». Questo è l'appello che il commerciante praiese rivolge al Comune, mentre resta seduto all'aperto sul suo sgabello, nonostante la calura estiva. «Lo faccio per spiegare alle persone che vengono qui perché trovano chiuso e perché non accetto questa ingiustizia. Se non posso lavorare, soprattutto adesso che Praia è invasa dai turisti, come potrò mai rendere al Comune ciò che devo?». Intanto amici e conoscenti arrivano a fargli visita e a sostenere la sua battaglia. «Potrei andarmene al mare o in montagna - conclude -, ma non ci riesco. In questo momento non vorrei essere in nessun altro posto all'infuori di qui».

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