Sanità, il dramma dei precari licenziati: nuova protesta a Catanzaro

VIDEO | I lavoratori manifestano per difendere il diritto alla salute dei cittadini calabresi e il diritto al lavoro. Intanto è in corso una riunione tra il prefetto, le sigle sindacali e il commissario alla sanità 

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di Rossella  Galati
17 ottobre 2019
11:50

«Io ho lavorato 4 anni per l’ospedale Pugliese Ciaccio e adesso mi ritrovo in questo stato, incatenata per protestare. Non è giusto. Ci dovrebbe essere più umanità da parte di Cotticelli. I politici stanno giocando con le nostre vite e le stanno distruggendo. Io ho 53 anni, a questa età dove devo andare? La mia vita è finita. Io questo non lo accetto». Isabella Fazzari è una operatore socio sanitario nel reparto di chirurgia generale dell’ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro. Il suo contratto è scaduto due giorni fa. C’è anche lei tra i precari che questa mattina sono scesi in piazza a Catanzaro per manifestare contro una sanità che non funziona, contro quei tagli che nel caso del nosocomio catanzarese in base al porteranno a una riduzione di 43 posti letto e circa 150 licenziamenti  tra infermieri e oss con pesanti ricadute sulla qualità e quantità delle prestazioni. «La situazione è drammatica – sottolinea Francesco De Seta, infermiere Aopc a cui il contratto scadrà a fine dicembre – basti pensare che il 16 agosto scorso al pronto soccorso abbiamo avuto 300 accessi in 24 ore con un personale ridottissimo: 4 infermieri e 2 medici per i tre turni. Stessa situazione nei giorni precedenti e successivi». «Bisogna salvare la gente. Non essendoci posto letto cosa dobbiamo fare? – si domanda un’infermiera – Le persone rimangono dove sono o si muore. L’unica cosa è questa: si può solo morire».

Difendere il diritto alla salute

E mentre in prefettura il prefetto Francesca Ferrandino ha convocato il commissario alla sanità Saverio Cotticelli e i sindacati, i precari, partiti in corteo da piazza Matteotti, tra cori e striscioni, continuano, dopo mesi di proteste, a difendere il loro diritto al lavoro e il diritto alla salute dei cittadini calabresi. Tra di loro anche i precari dell’ospedale di Lamezia Terme e quelli della cooperativa Coopservice di Cosenza. «E’ una vergogna – gridano i manifestanti -. I cittadini vogliono reparti aperti, vogliono una sanità che funzioni, che dia risposte e garanzie». «Non è possibile che spendiamo 316 milioni di migrazione sanitaria e poi dobbiamo vedere i nostri lavoratori licenziati quando con queste cifre potremmo assumere 3000 lavoratori e non mandarli a casa» per Antonio Jiritano, dell'Usb Calabria.  «Cotticelli non ha le idee chiare. Forse ha un modo sbagliato di vedere la legalità perché ci sta nuttando in mezzo a una strada. Che cosa dobbiamo fare? Dobbiamo andare a rubare per vivere? Questa è la legalità che lui intende?» si domanda Pino Molinari, oss della Coopservice.


La risposta del commissario

«Io farò di tutto» ha poi fatto sapere il commissario ad acta della sanità calabrese al termine del vertice in prefettura nel corso del quale ha anche incontrato una delegazione di precari. «Stiamo approntando il Programma operativo per i prossimi due anni e faremo il nuovo fabbisogno. Il problema ci ferisce il cuore. Non siamo persone feroci, purtroppo abbiamo una legge che dobbiamo intanto applicare e poi con l’aiuto del governo – mi sono fatto portavoce e il ministro si sta impegnando in questo senso – si lavora per trovare uno strumento legislativo che consenta il recupero di queste professionalità, che sono persone perbene, che lavorano e sono un valore aggiunto per l’ospedale in cui operano. Purtroppo sono incappati nella spada di Damocle di una legge che, ovviamente non per colpa loro, prevedeva che entro 48 mesi dovevano essere regolarizzati. Io – ha aggiunto - voglio difendere questi lavoratori, perché sono due volte vittime: dovevano essere stabilizzati e non è stato fatto, hanno fatto dei concorsi e non li hanno stabilizzati, e intanto la legge fa i suoi effetti e devono essere licenziati».

«Sto approntando il Programma operativo per i prossimi due anni – ha rimarcato Cotticelli - faremo il fabbisogno nuovo di personale, che sarà piuttosto cospicuo perché sarà arricchito dallo sblocco del turn over e quindi potremo sostituire tutto quel personale che è andato in pensione regolarmente o per ‘Quota 100’. Quindi, una volta che sapremo esattamente quanto personale potremo assumere, vedremo di trovare una norma che possa recuperare tutto questo personale incappato nei 48 mesi, che sono una risorsa per il sistema salute». A proposito poi dei precari dipendenti di cooperative che forniscono servizi esternalizzati, per i quali in alcune aziende sono state avviate le procedure di licenziamento Cotticelli ha chiarito: «Quello delle cooperative è un altro discorso, perché il problema è che da anni immemori si rinnovavano tacitamente i contratti a prezzi folli, contro gli interessi sia dei lavoratori perché venivano sfruttati a fronte di un costo del servizio esorbitante, sia per altre questioni. Nell’ambito della trasparenza e della legalità rinnoveremo, non rinnoveremo, faremo nuove gare. Con riferimento ai lavoratori di Cosenza, quella cooperativa ha un appalto per un servizio di pulizia, poi questo appalto viene incrementato con servizi di operatori socio-sanitari. Dobbiamo dirla tutta? Mi fermo qui. Su questa situazione comunque abbiamo fatto un tavolo in Prefettura, perché noi facciamo le cose alla luce del sole, e abbiamo affrontato. Per salvare i posti di lavoro, ho prorogato, ma solo per questa volta e per salvare i posti di lavoro, di un anno il contratto: naturalmente i lavoratori che facevano gli Oss verranno demansionati, però non perdono il posto di lavoro. Qui non si licenzia nessuno, però si fanno le cose nella legalità». Infine, in merito allo scorrimento delle graduatorie degli idonei ha aggiunto: «C’è un altro sistema per assumere le persone? Certo, questo è un altro problema. Lo scorrimento delle graduatorie è lo strumento legale, se c’è il posto – ha concluso il commissario - si assume dalla graduatorie».

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