Il flash mob

Protesta contro il caro bollette, anche a Reggio negozi e palazzi istituzionali spengono le luci

VIDEO | Iniziativa di Confesercenti che con Ascoa, Confagricoltura e Conpait ha elaborato un documento programmatico consegnato al prefetto Mariani

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di Anna Foti
11 febbraio 2022
16:00

«Abbiamo consegnato al prefetto di Reggio Calabria Massimo Mariani, che ringrazio per la sua disponibilità, le nostre proposte per sostenere le imprese in questo frangente ulteriormente critico. Proposte di intervento strutturali e non più spot, che, ci è stato assicurato, per suo tramite perverranno al più presto al Consiglio dei Ministri», così Claudio Aloisio, presidente di Confesercenti Reggio Calabria che con altri rappresentanti dell'organizzazione, con Fabio Mammoliti presidente dell'Associazione Piccole e Medie Imprese Ascoa e con Paola Canale di Confagricoltura Reggio, è stato ricevuto dal rappresentante del Governo sul territorio per consegnare le proposte elaborate anche con Conpait Pasticceri d'Italia.

Esercenti abbandonati

La consegna è stata eseguita nella cornice dell'iniziativa "Spegni le luci. Accendi i tuoi diritti", lanciata sul territorio metropolitano proprio da Confesercenti Reggio Calabria. In tanti comuni della Città Metropolitana, tra cui Reggio, alcuni esercizi commerciali, anche sul corso Garibaldi, sono rimasti al buio per qualche minuto. Un gesto fortemente simbolico compiuto dal tessuto produttivo e imprenditoriale per denunciare il senso di forte abbandono dello Stato che lascia soli gli esercizi commerciali a fronteggiare le conseguenze della crisi sanitaria, economica e adesso anche energetica.


Le proposte

«Consideriamo la consegna e l'incontro con il prefetto Mariani - ha spiegato ancora Claudio Aloisio, presidente di Confesercenti Reggio Calabria - due segnali molto positivi che rafforzano la nostra richiesta di interventi strutturali e non più solo tampone, stante una crisi che ormai si protrae da due anni. Devastante è l'impatto sugli introiti, abbattutisi vorticosamente; un impatto che rischia di impoverire il nostro tessuto già fragile, privando gli stessi investimenti del Pnrr di imprese competitive e in grado, anche grazie ad essi, di agganciare la ripresa.

La piattaforma per il sostegno delle imprese, con particolare riferimento a quelle operanti nelle zone disagiate del Paese, colpite dalla crisi economica generata dall'emergenza pandemica, consegnata al prefetto pone nel dettaglio tre questioni: la rottamazione tributaria con l'eliminazione di sanzioni e interessi anche sugli importi erariali del 2021, con possibilità di dilazione, con sistema di premialità in caso di pagamenti in tempi più brevi e con la riduzione di almeno il 50% dei tributi locali del 2020 e 2021; il sostegno all'occupazione con incentivi e sgravi contributivi alle aziende che creino occupazione senza limiti di età e che non licenzino, con proroghe degli ammortizzatori sociali; sostegno alle imprese con agevolazioni di accesso al credito, la sospensione per il 2022 della verifica della regolarità contributiva e tributaria per ricevere sostegni dagli Enti locali e per la partecipazione a bandi di gara pubblici, preclusi senza quel Durc in regola che in questo frangente critico è requisito davvero molto difficile da garantire.

Poi ancora proroghe delle moratorie su mutui, prestiti e protesti, misure di sostegno sugli affitti tramite lo strumento del credito d'imposta, calmiere del mercato dell'energia, azzeramento delle spese per gli oneri di sistema e le accise e riduzione al 10% l’iva per le aziende. Tutti interventi di cui beneficerebbero le aziende che hanno registrato una perdita di fatturato», ha spiegato Claudio Aloisio, presidente di Confesercenti Reggio.

Pandemia e crisi economica

«Uscire dalla pandemia non comporta automaticamente la fine della crisi economica. Dunque non si può pensare di trattare le imprese come se fossimo nel 2019. Oggi è tutto diverso. Le misure di sostegno devono essere estese anche al 2022. Chiediamo di essere affiancati fino al 2023», ha sottolineato ancora Fabio Mammoliti, presidente Ascoa Reggio Calabria.

La crisi nella crisi

Bollette aumentate più del doppio da un anno all'altro, contrazione dei consumi che dal 2020, tranne fugaci riprese, non si arresta, il pagamento di tasse solo congelate e di cui negli ultimi mesi sono arrivate le richieste, tutte in una volta. Insomma continua a non esserci pace per i commercianti reggini sui quali adesso si abbatte anche il caro bollette causato dalla crisi energetica, a sua volta tra gli effetti di una ancora complessa uscita dalla pandemia. Così i commercianti, già provati dall'emergenza sanitaria e dagli obblighi connessi, con negozi ancora vuoti e mezzi vuoti, adesso si trovano a dover gestire l'impatto di una crisi energetica importante. Un carico eccessivo che rischia di schiacciarli e di portarli alla chiusura, ecco perché alcuni di loro hanno protestato civilmente spegnendo per alcuni minuti la luce.

La solidarietà delle Istituzioni

Luci spente anche a palazzo San Giorgio e a palazzo Corrado Alvaro, rispettivamente sede dell'amministrazione comunale e della Città Metropolitana di Reggio Calabria, per l'aumento dei costi energetici e l'impatto negativo registrato da imprese e famiglie.

«Abbiamo aderito con convinzione a questa iniziativa per sostenere i commercianti reggini. Un'adesione che arriva a valle di una interlocuzione già avviata con le associazioni di categoria. L'amministrazione fungerà da megafono per le istanze del tessuto imprenditoriale affinché il Governo affianchi e supporti le imprese che non devono essere lasciate sole e alle quali non può essere chiesto di sostenere, oltre che una crisi economica già profonda, anche il caro bollette», ha concluso l'assessora comunale alle Attività Produttive Angela Martino.

Giornalista
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