Sit-in dei tirocinanti Mibact alla Cittadella, il Ministero rassicura

VIDEO | La vertenza riguarda in Calabria oltre 500 persone che chiedono la prosecuzione dell’attività di formazione e certezze sul  futuro occupazionale

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di Rossella  Galati
19 luglio 2019
14:42
La protesta dei tirocinanti
La protesta dei tirocinanti

Arrivano le rassicurazioni del segretario regionale del Mibact per la Calabria Salvatore Patamia sul destino dei circa 500 tirocinanti per l’istruzione e beni culturali che rientrano nel bacino dei 7000 tirocinanti della giustizia, del Miur, enti pubblici e privati, da tempo in una condizione di incertezza sul loro futuro occupazionale. Per questo gli stessi hanno manifestato nel piazzale della cittadella regionale a Catanzaro per poi essere ricevuti dal segretario Patamia che ha assicurato: «Dal Ministero non c’è nessuna preclusione. Quello che è successo con i tirocini del Ministero dei Beni Culturali è il primo e unico caso in Italia. È un esperimento riuscito pure bene. Per il secondo anno ci sono dei problemi perché, come si sa, il tirocinio per legge dura un anno. Stiamo cercando di superare tutte le perplessità e tutte le varie interpretazioni normative che possono essere date a questa eventuale convenzione che andremo a fare».

 


In particolare al centro dell’incontro il destino di 627 tirocinanti del Mibact. Di questi solo un centinaio al momento stanno svolgendo le loro mansioni, i cosiddetti  tirocinanti di area 3, laureati. Sono fermi invece coloro che rientrano nell’area 1 e 2, figure che vanno dall’ausiliario alla vigilanza nei musei e parchi archeologici, al sostegno amministrativo, alla reception, al sevizio informazioni. Ciò che i lavoratori e i sindacati chiedono è dunque il perfezionamento dei tirocini per un altro anno affinchè si acquisisca un titolo spendibile nelle future selezioni della pubblica amministrazione, accarezzando l’idea di poterli inserire negli organici ministeriali.

 

«Quello che facciamo noi non può essere considerato un tirocinio, noi lavoriamo a tutti gli effetti – spiega Lino Paris, tirocinante - Credo che non convenga a nessuno avere più di 6000 persone che si battono e chiedono un loro diritto ovvero cominciare un tirocinio quando è già tutto stanziato. Regione e Ministero devono trovare subito una soluzione perché si sta giocando con la vita di molte famiglie. Il fatto che siamo pagati 500 euro non conta, è un discorso di dignità». «Stiamo lavorando per far proseguire i tirocini – ha concluso Patamia - Il Ministero ha chiesto tramite la mia persona dei chiarimenti alla Regione che il presidente Mario Oliverio e l’assessore al lavoro Angela Robbe hanno fornito. Io non devo fare altro che trasferire queste loro interpretazioni con alcune mie considerazioni».

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