Si sposta in prefettura la protesta dei precari della sanità cosentina

Già nei giorni scorsi i lavoratori avevano occupato l'Azienda ospedaliera chiedendo al commissario Cotticelli la stabilizzazione. Manifestazione anche dei concorsisti che sperano nel riavvio delle procedure di assunzione

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di Salvatore Bruno
23 settembre 2019
10:24

Due diverse proteste in luoghi differenti ma con il medesimo obiettivo: quello di ottenere un posto di lavoro come Operatore Socio Sanitario nei ranghi dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza. Dopo l’occupazione della sede della direzione generale dell’Ente di Via San Martino, i dipendenti della Coopservice, in scadenza di contratto, hanno avuto a Catanzaro una interlocuzione con Cotticelli e adesso sono di nuovo in piazza davanti la Prefettura. Dal 30 settembre perderanno il lavoro. Chiedono di essere stabilizzati. Nel complesso sono 92 persone, precari tra le corsie dei nosocomi cittadini da circa 25 anni.

 


I precari lavorano part time, mentre l’Azienda Ospedaliera avrebbe necessità di almeno 180 operatori a tempo pieno. Il fabbisogno quindi non manca, tanto che l’ente aveva anche bandito un concorso con 24 posti disponibili. Il Decreto Calabria però ne ha congelato le procedure. Una delusione per chi aveva superato la preselezione

Si è spostata davanti alla Prefettura di Cosenza la protesta degli operatori socio sanitari in servizio all'Annunziata, al Mariano Santo e al Santa Barbara di Rogliano alle dipendenze della Coopservice e di Multiservice, in convenzione con l'Azienda ospedaliera. Il loro contratto scadrà il 30 settembre. Nei giorni scorsi, dopo aver occupato la sede dell'ente hanno incontrato il commissario Cotticelli chiedendo la stabilizzazione. Richiesta che intendono ribadire anche al prefetto.

Burocrazia tortuosa

I precari lavorano part time, mentre l’Azienda Ospedaliera avrebbe necessità di almeno 180 operatori a tempo pieno. Il fabbisogno quindi non manca, ma formalmente, nonostante l’anzianità, sono in servizio nelle corsie dei nosocomi cittadini da circa 25 anni, la loro posizione è quella di occupati di un’azienda privata. Nel 2008 la Regione finanziò la loro riqualificazione con l’obiettivo di assorbirli, ma il successivo commissariamento della sanità calabrese fece tramontare quella possibilità. Adesso servirebbe una norma ad hoc, magari un emendamento da inserire nel Decreto Calabria, considerato che i posti sono disponibili e le risorse pure. E che l’internalizzazione farebbe risparmiare un bel po’ di soldi all’Ente pubblico, circa due milioni di euro annui.

L’altra faccia della protesta

Contestualmente hanno manifestato, davanti l’ingresso dell’ospedale dell’Annunziata, anche gli operatori socio sanitari che hanno sostenuto il concorso Oss bandito dalla stessa Azienda Ospedaliera di Cosenza per 24 posti. Le procedure sono bloccate proprio in seguito al Decreto Calabria, con cui di fatto, sono state sospese le assunzioni. I manifestanti hanno già superato la preselezione e sperano di poter proseguire il percorso che dovrebbe portarli ad ottenere una occupazione sicura.  

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