Rapporto Crea

Ecco cosa produce l’agricoltura in Calabria: i veri numeri per raccontare un settore che oscilla tra eccellenze e ritardi

Tutto il comparto vale quasi il 4 per cento della produzione nazionale. Alla Lombardia il primato del valore, con 10 miliardi di euro e un peso strategico dei prodotti zootecnici. Emilia Romagna e Veneto sul podio. In Sicilia contano molto gli agrumi

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di Massimo Tigani Sava
28 febbraio 2024
15:23

Che cosa produce l’agricoltura calabrese? Con una serie di servizi pubblicati su LaC News24 stiamo offrendo un contributo per analisi serie e professionali basate su dati certi, su statistiche affidabili, sugli studi dei principali istituti specializzati. Bando alle facili chiacchiere, quindi, ai luoghi comuni, alla faciloneria dei mestieranti di turno che memorizzano quattro frasi stereotipate per salire sui carri dell’agroalimentare e dell’enogastronomia che vanno tanto di moda. La verità dei numeri, però, si può rivelare anche scomoda quando mette in luce evidenti ritardi o sottovalutazioni, se non vere e proprie emergenze, intaccando anche alcune persistenti propensioni verso scenari di vecchio assistenzialismo o, peggio ancora, di approccio non efficace o addirittura clientelare e parassitario così come messo in luce da inchieste della magistratura.

La Calabria agricola vanta situazioni meritevoli di grande attenzione, dimostratesi capaci di affrontare i mercati nazionali e anche internazionali, oppure di dare vita a nicchie di autentica eccellenza, ma presenta anche delle criticità o dei mancati successi rispetto al potenziale esistente che andrebbero affrontati in maniera più decisa. E si badi bene: non sempre è colpa della sola politica!


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Tutto il mondo agricolo calabrese (fonte Annuario dell’Agricoltura Italiana, edito dal Crea nel 2023 e quindi aggiornato al 2022), escluse silvicoltura e pesca, pesa il 3,63% della produzione nazionale ai prezzi di base: 2,56 miliardi di euro contro 70,39. Diamo anche il dato al centesimo: 2.558.097 milioni di euro a fronte di 70.390.093. Una precisazione: la produzione nazionale - spiega l’Istat - è la somma di consumi intermedi e valore aggiunto. I consumi intermedi sono dati dal valore dei beni e servizi acquistati dall'agricoltura o presso altre branche dell'economia o in altre aziende agricole ed utilizzati per il conseguimento della produzione.

La regina dell’agricoltura italiana, se consideriamo il valore della produzione, è la Lombardia con 9,99 miliardi di euro, pari al 14,18% del totale italiano. Seguono l’Emilia Romagna (8,56 miliardi di euro), il Veneto (7,76 mld), la Sicilia (5,85 mld), la Puglia (5,43 mld), il Piemonte (4,77 mld), la Campania (4,41 mld). Tre regioni del Nord appena menzionate (Lombardia, Emilia Romagna e Veneto) pesano assieme il 37,36% del valore della produzione agricola nazionale. La Calabria, in questa graduatoria del Belpaese, è collocata al decimo posto ed ha registrato un aumento a valori correnti del 10,3% rispetto al 2021, inferiore alla media nazionale del 16,1. Fanalino di coda la piccola Valle d’Aosta e il Molise. Sopra i 3 miliardi si collocano il Lazio (3,70) e la Toscana (3,63).

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Chiediamoci ora quali siano i comparti che contribuiscono a ottenere, in Calabria, questo risultato di 2,56 miliardi di euro. La quota più rilevante giunge da Patate e ortaggi (727,14 milioni di euro), e a seguire Agrumi (372,4 mln), Prodotti dell’olivicoltura (364,2 mln), Frutta ma escludendo gli agrumi (113,4 mln), prodotti vitivinicoli (104,2 mln). Si tenga presente, considerate le oscillazioni annuali connaturate all’olivicoltura, talora anche molto consistenti, che nel 2021 i prodotti olivicoli avevano pesato per 445,4 milioni di euro a fronte dei 346,6 degli agrumi. Tant’è che l’olivicoltura calabrese nel 2022 è crollata del 18,2% in valore rispetto all’anno precedente.

Gli allevamenti zootecnici hanno raggiunto, nel loro complesso, 307,1 milioni di euro di produzione ai prezzi di base, con una netta prevalenza delle Carni (200,2 mln) rispetto a Latte (60,9 mln) e Uova (45,3 mln). Tra le coltivazioni erbacee si prendano in considerazione anche gli 83,5 mln provenienti dai Cereali, i 25,3 dalle Foraggere, i 6,1 dai Legumi secchi, i 4,8 da Fiori e piante in vaso. Sempre relativamente alla Calabria, nello stesso periodo la Produzione di beni e servizi dell’agricoltura è stata calcolata in 2,48 miliardi di euro, mentre 156,9 milioni sono stati generati dalle attività agrituristiche.

Estrapoliamo ora qualche percentuale, avendo sempre come riferimento i 2,56 miliardi di valore della produzione ai prezzi di base dell’agricoltura conseguiti dalla Calabria nel 2022. Il 28,42% è giunto da Patate e ortaggi; il 14,56% dagli Agrumi; il 14,24% dai Prodotti dell’olivicoltura; il 4,43% dalla Frutta esclusi gli agrumi; il 4,07% dai Prodotti vitivinicoli; il 3,26% dai Cereali; lo 0,99% dalle Coltivazioni foraggere; lo 0,19% da Fiori e piante in vaso. Ortaggi, agrumi e olivicoltura hanno garantito oltre la metà della produzione agricola calabrese: 57,22%. Passando ai prodotti zootecnici e alimentari, che hanno rappresentato l’11,98% della produzione ai prezzi di base, distinguiamo tra: Carni (7,82%); Latte (2,38%); Uova (1,77%). Il Miele è una delle voci prese in considerazione dal Rapporto Crea, ma per quanto concerne la Calabria il valore non è stato rilevato inserendo la postilla “dato non disponibile o non significativo”.

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Dalle tabelle statistiche possiamo ricavare, infine, degli utili termini di confronto. In Lombardia i prodotti zootecnici alimentari hanno significato il 56,7% della produzione agricola complessiva (5,66 miliardi di euro a fronte di 9,98). E in quest’alveo il solo Latte ha significato il 24,21% (2,42 miliardi di euro), mentre le Carni il 29,42% (2,94 mld). Molto alto, in proporzione, il dato relativo alle Coltivazioni di Foraggere: il 7,88% del totale, pari a 787,2 milioni di euro. Elevata anche la quota dei Cereali: 9,11% (909,6 mln). Assai ridotto, considerate le differenti vocazioni agricole delle varie regioni italiane, l’apporto dei Prodotti dell’olivicoltura: 0,03% (2,7 mln). In Trentino Alto Adige il ruolo della Frutta è trainante: 27,36% (672,1 milioni di euro a fronte del totale produttivo di 2,46 miliardi di euro); spiccano anche il valore dei Prodotti vitivinicoli (8,81 pari a 216,4 mln di euro) e quello del Latte (13,56%; 332,9 mln). In Veneto i Prodotti vitivinicoli salgono al 17,52% (1,36 miliardi di euro a fronte del totale di 7,76 mld). Altre voci strategiche del Veneto sono quelle delle Carni (25,8%; 1,94 miliardi contro 7,76) e del Latte (7,14%; 554,0 milioni di euro). Analoga importanza dei Prodotti zootecnici alimentari per l’Emilia Romagna: Carni (20,94%; 1,79 miliardi di euro sul totale di 8,56); Latte (12,82%; 1,10 mld); Uova (4,35%; 372 mln di euro). In Puglia preminenza di Patate e ortaggi (28,86%; 1,57 miliardi di euro sul totale di 5,43); Prodotti vitivinicoli (22,53%; 1,22 mld); Cereali (9,84%; 534,2 milioni di euro). In Sicilia situazione simile, per diversi aspetti, alla Puglia: Patate e ortaggi (22,18%; 1,30 miliardi di euro sul totale di 5,84); Prodotti vitivinicoli (9,73%; 569 milioni di euro); Cereali (8,05%; 470,6 mln). In terra sicula, ovviamente, un peso notevole hanno anche gli Agrumi: 15,77% pari a 921,9 milioni di euro.

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