Il report del Centro studi Tagliacarne sulla Città metropolitana mostra evoluzioni e mutamenti nel tessuto produttivo locale: tra 2003 e 2023 il valore aggiunto ha segnato +30%, contro +51% nazionale. Economia trainata da servizi e consumi, industria in sofferenza
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Un’economia in crescita ma con percentuali che restano al di sotto di quella regionale e di quella nazionale. Negli ultimi vent’anni (2003-2023), il valore aggiunto di Reggio Calabria è aumentato del 30,2%. È cresciuto meno di quello nazionale (+51,4%), di quello della Calabria (+34%) e a quello del Mezzogiorno (+40,9%).
Presentato questa mattina presso la sede della Camera di Commercio di Reggio Calabria, il report “Osservatorio economico della Città metropolitana di Reggio Calabria - Due decenni di evoluzioni e mutamenti del sistema socioeconomico reggino”. Dopo i saluti del presidente della Camera di Commercio reggina, Antonino Tramontana, e del capo di Gabinetto della prefettura di Reggio Calabria Marco Oteri, alla presenza della segretaria generale della Camera di Commercio reggina, Natina Crea, i dati relativi all’andamento economico nella provincia di Reggio Calabra tra il 2003 e il 2023 sono stati illustrati da Gaetano Fausto Esposito, direttore generale del Centro Studi delle Camere di commercio Guglielmo Tagliacarne. Un’analisi che ha poi costituito la base per il successivo confronto con il rettore dell’università Mediterranea, Giuseppe Zimbalatti, e con il vicesindaco di Reggio, Paolo Brunetti.
Ecco il quadro emerso dall’analisi del Centro Studi delle Camere di commercio Guglielmo Tagliacarne.
«Reggio Calabria nell’ultimo ventennio è cresciuta meno del Mezzogiorno e del resto dell'Italia. Si registra, comunque – sottolinea Gaetano Fausto Esposito, direttore generale del Centro Studi delle Camere di commercio Guglielmo Tagliacarne - un'economia in movimento e che mostra alcuni aspetti molto peculiari. Per esempio, è un'economia in cui l'intero comparto dei servizi, inclusa la pubblica amministrazione, produce quasi l'85% del prodotto mentre invece l'industria incide per circa il 10%.
È un'economia fondata sul settore terziario, in particolar modo sui servizi distributivi del mercato. Il settore terziario, in controtendenza con quanto avviene nel resto del paese, ha una produttività che è di gran lunga superiore a quella dell'industria, ma è anche di gran lunga superiore alla produttività dello stesso commercio in Italia.
Reggio Calabria si distingue, dunque, dal contesto nazionale per il terziario di base, ad evidenza dell’importanza dei consumi (Reggio è la nona provincia a livello nazionale per crescita dei consumi tra il 2019 e il 2023 e quarta se si considera il periodo 2022-23) e a sostegno dell’economia locale, e per la Pubblica Amministrazione. Al contrario l’industria è meno produttiva, oltre che del dato italiano, anche del settore terziario».
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