Reggio, sit-in strutture psichiatriche: lavoratori ancora senza stipendio

VIDEO | Continuano le proteste degli operatori che da quattro mesi non ricevono le spettanze da parte dell'ente di via Diana. La terna commissariale assicura che per i pagamenti «è solo una questione di carattere burocratico»

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di Angela  Panzera
30 luglio 2019
15:12

«Siamo stanchi! È ora di finirla con questo sistema, vogliamo risposte!». È un urlo disperato, l’ennesimo, quello dei lavoratori delle cooperative che gestiscono le strutture psichiatriche di Reggio Calabria. Oggi nuovo sit-in di protesta alla sede dell’Asp. Rivendicano il saldo di quattro mesi di stipendi: un’odissea che va avanti da più di un anno e che lascia oltre cento famiglie in ginocchio ogni mese. Ma non solo. Hanno bisogno di sapere a che punto si trova l’iter per l’accreditamento delle strutture da parte del dipartimento della Salute della Regione Calabria. «Ci dicono che siamo “abusivi” - denuncia il Coolap, il coordinamento degli operatori delle strutture psichiatriche -, ma ora se ne rendono conto? E poi se siamo “abusivi” perché il personale dell’Asp lavora all’interno delle nostre strutture? A che titolo?». 


A queste domande i commissari straordinari non hanno ancora saputo dare una risposta. I lavoratori non sono stati ricevuti neanche questa volta all’interno degli uffici di via Diana, ma solo un breve colloquio si è registrato con Domenico Giordano, membro della terna commissariale, il quale da un lato ha assicurato che l’iter per l’accreditamento delle strutture in Regione procede e dall’altro ha garantito il pagamento degli arretrati, ma senza dare una data lasciando i lavoratori ancor una volta delusi e trincerandosi dietro la solita burocrazia. «Il dirigente è stato già incaricato di effettuare i pagamenti - ha dichiarato Giordano - questo ritardo è dovuto ad un accumulo di pagamenti che si sono combinati in questo periodo e verranno sollecitamente attivati». Ma quando? Su questo punto il commissario non individua un giorno e semplicemente afferma che «per avere una data bisogna sentire il dirigente per capire a che punto è con questi pagamenti. Non abbiamo un volontà discrezionale e quindi si procederà ai pagamenti. È solo una questione di carattere burocratico, tutto qua».

Sarà pure una questione di carattere burocratico, ma per questi operatori, e le loro famiglie, arrivare alla fine del mese è davvero un’impresa. I lavoratori continuano a prestare assistenza ai tanti malati reggini e ogni giorno per loro è diventato un tassello di questo calvario fatto di carte, atti amministrativi, inefficienze e poche soluzioni che allontano sempre di più le loro prestazioni dalla giusta dignità.

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