Respinge gli approcci sessuali del titolare, due settimane dopo perde il lavoro

La vittima è una donna e madre single dell'area urbana cosentina. Estromessa dall'azienda dopo un lungo e faticoso percorso di formazione che avrebbe dovuto portare all'assunzione a tempo indeterminato

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di Salvatore Bruno
8 marzo 2019
06:53

Respinge le avances del titolare dell'azienda in cui lavora da precaria e, due settimane dopo, il contratto in scadenza non le viene rinnovato. Solo un caso? Coincidenza? A pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina. Il vecchio adagio coniato da Giulio Andreotti calza a pennello in questa storia gonfia di rabbia, sparsa sul labile confine che separa il bisogno di lavorare dalla dignità di una donna, di una mamma. Ha prevalso la dignità, applausi. Ma quella scelta ha avuto conseguenze difficili da accettare: l’addio ad una opportunità occupazionale per la quale si era speso tanto in termini di sacrifici personali ed economici. Un prezzo alto da pagare.

Finalmente una vera opportunità

Francesca, il nome è di fantasia, è separata. Abita nell’area urbana cosentina. Ha un figlio di sette anni e fin dall’adolescenza ha dovuto fare i conti con una vita in salita. Le condizioni economiche della famiglia non le consentono di studiare, lavora da quando aveva quindici anni. Oggi ne ha 43. Lavori saltuari, call center, contratti a progetto e a tempo determinato. Finché il suo curriculum finisce sulla scrivania giusta. Viene contattata, sostiene il colloquio, accetta di seguire un percorso di formazione fuori sede, non retribuito, che la costringe a viaggiare ogni giorno con orari impossibili per circa un mese, dalle 9 alle 20. Significa partire la mattina alle 7 e tornare la sera a tarda ora. Ma il traguardo è vicino: la formazione termina, comincia il lavoro vero e proprio con contratti temporanei che sarebbero stati presto convertiti a tempo indeterminato.


La proposta indecente

Due settimane prima della fatidica assunzione, Francesca rimane in panne nei pressi del posto di lavoro. Casualmente passa il titolare, le offre un passaggio. Lei rifiuta: l’auto è in prestito e non vuole lasciarla incustodita. Lui va via ma dopo pochi minuti inizia a scrivere messaggi inequivocabili, con complimenti e allusioni ammiccanti e provocanti. Avances esplicite e di dubbio gusto, fermamente respinte. E per allontanare definitivamente il rischio che l’episodio possa ripetersi Francesca scrive al titolare di essere fidanzata e che la persona in questione sta leggendo i messaggi. Due settimane dopo ecco la doccia fredda: per lei non c’è più posto, e l’assunzione svanisce. Senza una spiegazione. Francesca non si è arresa, ha voltato pagina ed è tornata a sgomitare, a cercare una occupazione, che le consenta di tirare su il figlio e magari che le lasci qualche ora libera per stargli vicino.

Giornalista
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