Riapertura librerie, «Scelta simbolica, non possiamo neanche rifornirci»

VIDEO | Gianni Oliverio della Ubik di Cosenza svela l'altra faccia della medaglia della iniziativa assunta dal Governo: «Logistica ferma e niente nuovi titoli da mettere in vendita. Con l’emergenza coronavirus rischiamo di non riuscire a sopravvivere»

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di Salvatore Bruno
14 aprile 2020
23:12

Le librerie tornano a riaprire anche in Calabria, per effetto del via libera deciso dal Governo. Per dare un segnale al Paese si è pensato di puntare prioritariamente sui presidi della cultura. Ma la scelta assunta in piena emergenza coronavirus ha, però, il sapore dell’ipocrisia. E anche della beffa.

 

Insufficiente alzare le saracinesche

Non è sufficiente consentire di alzare le saracinesche: a questo settore notoriamente in crisi nei periodi tra virgolette, normali, occorrono altre misure per sopravvivere in questo clima di assoluta incertezza ed instabilità.


 

Le iniziative culturali

Le librerie restano in piedi anche grazie a iniziative culturali, incontri con gli autori, dibattiti, confronti, momenti di scambio tra lettori. Oggi, per ovvie ragioni, nulla di tutto ciò è possibile. Questo pezzo mancante rischia di far naufragare gli esercenti.

 

Nessun nuovo titolo

E poi ci sono i problemi pratici: gli editori hanno bloccato le pubblicazioni. Quindi non ci sono titoli nuovi e per quelli in catalogo non sono previste nuove consegne. Insomma, l'idea simbolica di tenere aperti gli spacciatori della conoscenza potrebbe trasformarsi in un boomerang laddove venisse a mancare la sostenibilità economica. Dubbi espressi da Gianni Oliverio della Ubik di Cosenza, che abbiamo intervistato:

 

 

Giornalista
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