La crisi

«Ripresa consumi a rischio anche a Natale, servono misure per le imprese», l’allarme di Confcommercio Calabria Centrale

VIDEO | Ancora in crisi le piccole e medie attività che stanno facendo fatica a rialzarsi dopo l’incubo Covid. L’organizzazione chiede soluzioni ad hoc e avverte sul pericolo che gli aumenti in corso possano incidere molto sugli acquisti (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Tiziana Bagnato
15 novembre 2021
07:39

Economia delle piccole e medie imprese calabresi ancora a rischio e neanche il Natale stavolta potrebbe aiutare più di tanto le casse degli imprenditori. A lanciare l’allarme è Confcommercio Calabria Centrale tramite il suo presidente Pietro Falbo che spiega la necessità che il governo prenda misure idonee a prevenire un nuovo tracollo qualora i contagi dovessero aumentare.

Le misure a sostegno delle imprese

«Il rischio è reale – afferma - perché se per un'eventuale e sciagurata ipotesi dovesse ripristinarsi il sistema negativo dei numeri della pandemia, le imprese avrebbero uno shock negativo dal quale difficilmente si potrebbero riprendere. Mancano delle misure realmente risolutive per le nostre imprese: i ristori e le misure economiche messe in moto dal governo sono arrivate tardi e assolutamente insufficienti».


Ma non solo. Ci sono fattori macroeconomici che possono incidere negativamente sulla tanto desiderata fase della ripresa. L’ Ufficio studi di Confcommercio ha rilevato, infatti, che l'ipotesi di una inattesa fiammata dei prezzi in questa ultima parte dell'anno, unita all'aumento delle spese obbligate come utenze e bollette, dovute al rincaro dell'energia, rischierebbe di rallentare la crescita e potrebbe causare un perdita di consumi in Italia tra i 3 e i 5 miliardi di euro. Intanto sono tornate le cartelle esattoriali e tutto ciò che era stato sospeso.

«Per noi era necessario intervenire istituendo un vero e proprio anno fiscale in bianco per le imprese, un anno – dice Falbo - nel quale non pagare imposte visto che gli introiti e i ricavi delle aziende per l'anno pandemico sono stati quasi pari a zero. La nostra proposta non è stata accolta perché ci rendiamo conto che a livello istituzionale le nostre richieste non sono semplicemente quelle di chi fa impresa, ma di chi ha una funzione sociale perché gli esercizi commerciali sono dei presidi di legalità e socialità sul territorio».

L’augurio di Confcommercio è che continui quella tendenza positiva che ha caratterizzato i primi trimestri del 2021, anche se in toto la ripresa è stata del 5,9 per cento e per il prossimo anno si prevede una flessione al 4,3 per cento, rimanendo comunque lontani dai numeri prepandemia.

Confcommercio: «Riavviare i consumi»

Per Confcommercio dovrebbero essere messi in campo riforme e investimenti, interventi tanto sul versante delle moratorie fiscali e creditizie quanto dei crediti d'imposta, oltre a misure idonee a far riacquistare fiducia e, di conseguenza, riavviare i consumi.

«Un grosso problema che hanno dovuto subire le imprese in merito alle misure del governo è stato che queste – spiega ancora Falbo - venivano adottate dal sistema bancario attraverso i vari meccanismi che sono soliti per l’accesso ad un finanziamento per un mutuo normale, quindi e le varie centrali rischi Cerved e Crif hanno fatto il loro lavoro. Un lavoro purtroppo non adeguato all’ emergenza perché ci siamo resi conto che i dati di gestione presso le centrali rischi possono essere rinnovati dopo i cinque anni non consentendo all'esercente di potersi sganciare da questa blacklist nella quale si trova purtroppo. E purtroppo, conclude, se non viene incontro lo Stato con delle legislazioni adeguate arriva puntuale la criminalità organizzata con sistema dell'usura e quello è veramente un grande problema soprattutto sui nostri territori».

Giornalista
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