Sindaci del Crotonese e Sibaritide a confronto per la statale 106 jonica

L’incontro si terrà nel pomeriggio a Cariati alla presenza dei presidenti delle due province. Plauso del comitato Magna Graecia

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di Redazione
23 febbraio 2021
12:04
Uno degli incontri del comitato tenuto a Crotone (sala consiliare)
Uno degli incontri del comitato tenuto a Crotone (sala consiliare)

Incontro tra i sindaci del Crotonese e della Sibaritide per discutere dei megalotti 8/9 della statale 106 jonica. Si tratta, in sostanza, della carreggiata Sibari-Crotone. La riunione, a porte chiuse, si terrà a Cariati alla presenza dei presidenti delle due province di Crotone e Cosenza.

Il comitato Magna Graecia, che nasce con l’obiettivo di dare vita a una nuova provincia con due capoluoghi a Nord Corigliano-Rossano e a Sud Crotone, plaude all’iniziativa ed auspica sia solo l’inizio di una serie di incontri che metta al centro l’asse jonico da sempre marginalizzato dai poteri centralisti. «La statale 106 è da considerare solo un punto di partenza rispetto alla straordinaria portata del progetto Magna Graecia, con conserva una proposta strategica lungo l’Asse Jonico in grado di ristabilire il disequilibrio generato da una visione politica centralista.  Oggi le aree del Crotoniate e della Sibaritide, continua la nota, non vanno da nessuna parte, tant’è che sul fronte sanitario detengono due semi ospedali spoke e un’azienda sanitaria, a fronte dei Capoluoghi storici che sono dotati di ospedali Hub, aziende sanitarie, aziende ospedaliere, università, centrali operative di elisoccorso e del 118. Tutto questo, Magna Graecia, potrà rivendicarlo, ma se uniti e compatti. Diversamente rimarremo terra di conquista».


Le storture del passato e l'assoggettamento al centralismo

Nel documento i movimentisti sottolineano la sperequazione nell’area jonica in materia di Lea (livelli essenziali di assistenza): «Meno di un posto letto ogni 1000 abitanti su poco più di 400mila, contro i circa 3/1000 del resto della Regione. Nessun reparto d'Emodinamica tra Crotone e Corigliano-Rossano, contro i 6 reparti tra Catanzaro, Cosenza, Castrovillari e Belvedere Marittimo. Una linea ferrata, a Sud di Sibari, rimasta ai tempi dei Borboni e che ancora non riesce a vedere la luce nel lento e farraginoso processo di elettrificazione del monobinario, contro faraonici progetti che parlano di Alta Velocità sul Tirreno».

La significativa presenza dello Stato nei capoluoghi storici e l’arrestramento dello stesso nelle periferie pur in presenza di dati demografici significativi: «Le città di Corigliano-Rossano e Crotone contano meno di 4000 dipendenti pubblici cadauno, contro i circa 28mila di Catanzaro, 18mila di Cosenza e 5000 di Castrovillari. Quest'ultima con un terzo della popolazione Pitagorica ed un quarto di quella Ausobizantina. Due Ospedali Spoke (Crotone e Corigliano Rossano) che arrancano e con il continuo spauracchio della chiusura e ridimensionamento dei pochi reparti rimasti, con 2 ospedali soppressi (Cariati e Trebisacce) nonostante siano in ottimo stato di conservazione e pendano finanche sentenze del Consiglio di Stato ad ordinarne la riapertura. Due ospedali di montagna (San Giovanni in Fiore ed Acri) lasciati in balia di loro stessi e fondamentali per tutto l'entroterra Jonico ad essi afferenti. Due aree Zes che potrebbero rappresentare una svolta epocale e che ancora arrancano, sotto il giogo del centralismo Gioiese. Ed ancora due province, Cosenza e Crotone, che rispondono a dinamiche chiare solo al centralismo, dove una rappresenta un pachiderma di oltre 700mila abitanti e l'altra un piccolo fazzoletto di 175mila abitanti».  

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