Terme in Calabria, sindacati: «Bene la Rete ma si punti su offerta e occupazione»

Dopo la sottoscrizione del protocollo d'intesa tra sei storiche realtà del ramo, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil chiedono una legge ad hoc e investimenti sui lavoratori 

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di Redazione
23 aprile 2021
20:36

Le segreterie regionali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil della Calabria guardano con interesse alla stipula del Protocollo d'intesa delle Terme storiche che nei giorni scorsi è stato firmato dalle associazioni datoriali al fine di creare un modello unito di attrattiva turistica termale in Calabria. «Il settore delle Terme - si fa presente - è da troppo tempo emarginato sia nella programmazione turistica che nella visione della politica regionale. Nonostante la Calabria sia tra la più dotate di risorse naturali atte a sviluppare un’offerta competitiva, è riuscita in tutti questi anni a rimanere fanalino di coda per presenze e numeri. Come sigle sindacali - evidenziano - auspichiamo allora che la neonata Rete delle Terme Storiche possa dare il via ad un nuovo approccio che punti su una visione strategica e complessiva del panorama termale, individui le opportunità di sviluppo ed ampliamento dell’offerta e punti anche sui lavoratori».

Così come in altre regioni avviene già da tempo, ad esempio, per potere vivere di termalismo, «è opportuno coltivare non solo il lato legato alla salute, ma anche quello connesso al benessere e all’estetica. Questo permetterebbe - si specifica - di ampliare l’offerta e di conseguenza i target, ma anche di coinvolgere lavoratori provenienti da diverse formazioni. Una maggiore qualità nella proposta termale potrebbe migliorare le condizioni di lavoro di migliaia di addetti del settore e aumentare l'occupazione».

«Come sindacati non possiamo, inoltre, non sottolineare che la Regione Calabria non ha mai legiferato sul settore o investito sulla formazione e la qualificazione di personale da inserire nel termalismo, non attenendosi alle indicazioni del governo regionale e dell’Europa. Ecco perché - concludono - chiediamo, non solo maggiore attenzione nei riguardi del compartimento, ma anche di essere coinvolti nell’elaborazione di un eventuale piano strategico che faccia leva anche sull’occupazione.

Riuscire a mettere in rete tutti questi aspetti può evitare che ci siano altri casi simili alla vicenda delle Terme Lugiane, ancora irrisolta, e per la quale esprimiamo la nostra vicinanza alle lavoratrici ed ai lavoratori».

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