Il lavoro che non c’è

Tirocinanti in protesta a Cosenza sotto la sede Rai: «Non ci fermeremo. Bloccheremo anche l’autostrada se necessario»

VIDEO | Il sindacato a difesa dei precari di Comuni, scuole e Aziende sanitarie accusa la politica di tacere: «Solo silenzio sulla nostra vertenza nel corso di questa campagna elettorale»

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di Salvatore Bruno
7 giugno 2024
12:13

Permane uno stato di sconforto tra gli oltre 4mila tirocinanti calabresi impiegati da anni all’interno degli enti locali senza contrattualizzazione, senza contributi, senza tutele. Ma è grazie a loro cheogni giorno viene garantito il funzionamento di Comuni, scuole, Aziende Sanitarie dove le piante organiche sono risicate, le risorse pure, non si attua il turn over e si chiede a questi precari, la cui retribuzione media non supera i 700 euro, di svolgere le funzioni dei dipendenti ordinari, senza però maturare i medesimi diritti. Per questo al loro fianco vi sono molteplici amministrazioni.

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Uno spiraglio si è aperto con l’approvazione, a livello governativo, di una norma che ne riconosce lo status, autorizzando i sindaci a contrattualizzarli, sia pure per un periodo limitato. Ma le risorse, meno di cinque milioni di euro, non sono sufficienti per coprire il fabbisogno. Servono ulteriori fondi. Questa la richiesta principale delle organizzazioni sindacali e degli stessi lavoratori, nuovamente in piazza oggi a Cosenza davanti la sede Rai, preludio di una stagione di lotte che si preannuncia infuocata: «Attueremo dei blocchi, anche sull’autostrada se necessario – minaccia il segretario Usb Saverio Bartoluzzi – La politica ha deciso di stare nel silenzio su questa vertenza nel corso di questa campagna elettorale. Non invece non staremo zitti».


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Dignità la parola più ricorrente. E lavoro nero tollerato dallo Stato il concetto che i sindacati intendono ribadire per richiamare le amministrazioni pubbliche alle proprie responsabilità. «Peraltro – ricorda il segretario UilTemp Oreste Valente – oltre alle risorse, poiché nell’emendamento si fa riferimento esclusivamente ai tirocinanti degli enti locali, sono rimasti esclusi coloro che operano nelle scuole e nelle Asp». Questa protesta giunge alla vigilia del turno elettorale per le europee: «Siamo in piazza per dare voce alla delusione ma soprattutto alla determinazione di queste quattromila persone che da dieci anni vivono in un limbo». Ivan Ferraro (Nidil Cgil) ribadisce che senza tirocinanti «i comuni non sarebbero nelle condizioni di garantire servizi indispensabili, né avrebbero i soldi per esternalizzarli». La rabbia si tocca con mano: «Non ce la faccio più – dice uno dei tirocinanti, Antonio Borrelli, esasperato – noi siamo qui ad elemosinare mentre il governo spende centinaia di milioni di euro in Albania».

Nel video allegato le interviste a Giuseppe Lavia segretario generale Cisl Cosenza, Ivan Ferraro segretario Nidil Cgil, Oreste Valente segretario UilTemp Calabria, Saverio Bartoluzzi dell’Usb e poi il tirocinante Antonio Borrelli.

Giornalista
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