I nuovi dazi Usa entreranno in vigore il prossimo 7 agosto. Le tariffe doganali sulle merci spedite via nave saranno applicate a partire dal 5 ottobre. È quanto ha stabilito il presidente americano, Donald Trump che nel tardo pomeriggio di ieri, le 3 di questa mattina in Italia, ha firmato l’ennesimo ordine esecutivo sugli scambi commerciali Usa resto del mondo. Il documento rappresenta la sintesi delle operazioni svolte dalla Casa Bianca nelle ultime settimane con l’obiettivo, al momento riuscito, di imporre le proprie decisioni commerciali ai Paesi partner. L’ordine esecutivo conferma l’intesa Usa-Ue sui dazi raggiunta domenica scorsa in Scozia nel corso del vertice Trump-Von der Leyen. I Ventisette dovranno sottostare all’accordo che prevede tasse doganali al 15% per i beni esportati in America e non per tutti. Trump incasserà dall’Ue 750 miliardi di dollari di acquisti di materie energetiche e 650 miliardi di investimenti diretti di imprese europee in territorio americano. Resta, al momento, invariato il dazio al 50% su acciaio e alluminio che potrebbe essere esteso ad alcuni approvvigionamenti di rame. Sugli scambi di prodotti farmaceutici (finora esenti da tariffe) la partita è ancora aperta come pure sui semiconduttori: Trump ha chiesto all’Europa di non fare più affari con Taiwan (primo produttore al mondo) e con la Cina e di stringere accordi con le aziende americane. L’Europa si vede scontate del 12,5% le esportazioni di auto e altri veicoli, che oggi pagano una tariffa del 27,5%. In Italia le imprese datoriali, Confindustria in testa, chiedono interventi immediati a sostegno delle imprese esportatrici. I dazi al 15% significano una perdita economica di 22 miliardi di euro, mezzo punto di Pil e 100mila posti di lavoro in meno.

Il presidente Trump nella Sala Ovale (media White House)

In Asia Trump ha fatto man bassa. Quindici percento anche per Giappone e Corea del Sud che sulle forniture di prodotti non tecnologici made in Usa hanno detto subito sì. Il primo si è impegnato a realizzare corposi investimenti e ad acquistare beni e materie prime e materie energetiche per un valore di 550 miliardi di dollari. La seconda realizzerà investimenti per un valore di 350 miliardi di dollari e acquisterà gas naturale liquido e altre materie energetiche per un valore di 100 miliardi di dollari. L’unica ad aver avuto da Trump al momento un trattamento di favore è la Gran Bretagna che pagherà dazi al 10%. Il presidente Usa ha invece deciso di andare allo scontro con il Canada che non sembra intenzionato a cedere alle richieste. Ottawa si è vista aumentare i dazi dal 25 al 35%. Misure punitive anche per la Svizzera che si vede imporre tasse del 39%, per l’India 25% a cui si aggiunge una sanzione al momento non meglio precisata per aver acquistato petrolio dalla Russia e per la Siria, 40%.I dazi hanno già avuto un effetto positivo per l’economia americana. L’Autorità doganale di Washington conferma che i traffici commerciali sono aumentati del 3,5%.

Traffici commerciali verso gli Usa in aumento del 3,5% rispetto all'estate del 2024

Cento Paesi avranno dazi universali, cioè su tutti i beni, al 10%. Altri 92 accordi bilaterali a tassazione variabile. Resta invece ancora da sciogliere il nodo degli scambi commerciali con la Cina che fino al 12 agosto pagherà il 34% di base con aumenti di un ulteriore 10% su beni selezionati. Con Pechino è in corso un duro confronto su automobili, terre rare, tecnologia dual-use, forniture di semiconduttori e microchip e prodotti farmaceutici. Oltre alle nuove tariffe stabilite per ciascun Paese, l'ordine esecutivo di Trump stabilisce anche un dazio del 40% su qualsiasi merce che la U.S. Customs and Border Protection determini essere stata "trasbordata" per evitare misure più elevate altrove. Il provvedimento prende di mira soprattutto i Paesi asiatici, Cina in testa, le cui merci spedite in America vengono riconfezionate e rivendute.