Il 19 aprile 2020 veniva pubblicata la norma Uni 11782 che definiva la figura dell'Utility manager, un consulente specializzato nella vendita di servizi energetici e di telecomunicazioni. Cinque anni dopo, a seguito di una lunga battaglia portata avanti da Assium e dal suo presidente Federico Bevilacqua, la figura professionale del nuovo consulente per le utenze è stata riconosciuta ufficialmente grazie all'approvazione di un emendamento al Decreto Bollette. Una vittoria storica per il settore, sebbene l'accesso alla professione sia ancora facoltativo e non obbligatorio, comunque un passo in avanti importante secondo Assium «perché per troppo tempo gli utenti si sono trovati a confrontarsi con pratiche commerciali talvolta opache e con figure non sempre adeguatamente preparate, che hanno prodotto danni economici ingenti – spiega a LaC News, il presidente Federico Bevilacqua – L’istituzione di requisiti professionali chiari e verificabili, unitamente alla valorizzazione delle competenze certificate, contribuirà ora in modo significativo a ristabilire un rapporto di fiducia tra consumatori e operatori del mercato». Abbiamo raggiunto Bevilacqua alla vigilia del primo evento dedicato all'energia da quanto è stata istituita la nuova figura professionale. "Utiliy management: imprese, enti e consumatori a confronto" è il titolo dell'iniziativa che, oggi a Rimini, ha aperto un confronto tra istituzioni, associazioni di categoria, imprese e professionisti del settore sul tema della gestione delle utenze.

L'incontro arriva in un contesto di grande incertezza per il settore energetico, con i prezzi in aumento anche a causa delle recenti tensioni internazionali che continuano a pesare su famiglie e imprese, preoccupate da una spesa energetica sempre meno prevedibile e sostenibile.

Presidente Bevilacqua, come è iniziata la battaglia verso il riconoscimento di Stato?

«Nel 2019 abbiamo presentato la proposta all'Uni (Ente italiano di normazione, ndr), chiedendo la pubblicazione e la scrittura di una norma che definisse le abilità, le conoscenze, le competenze che deve essere possedere un professionista nel mondo delle utilities, che per noi sono la vendita di contratti di energia elettrica, gas, telefonia fissa e telefonia mobile. Perché fino a quel momento, e ancora oggi, si tratta di una professione senza nessun vincolo, cioè oggi chiunque, basta volerlo, può iniziare un'attività di vendita in questi ambiti, senza bisogno di nessuna competenza particolare, di nessuna iscrizione a qualche albo professionale, nulla di nulla. Questa "libertà" in questi anni purtroppo ha permesso a tante persone di approfittarne, a discapito dei consumatori, per commettere anche truffe e raggiri pur di strappare la firma di un contratto. Siccome in Italia fortunatamente invece di professionisti bravi, preparati, competenti ed etici ce ne sono, ma purtroppo quando siamo di fronte al consumatore siamo tutti uguali perché nessuno ha la possibilità oggi di dimostrare di essere diverso per competenze, abilità e conoscenza, abbiamo pensato di appunto rivolgerci all'Uni e proporre la nascita di questa norma».

La proposta è stata subito accolta, poi che è successo?

«L'Uni ha accettato la nostra proposta, dopo un anno di lavoro, di tavoli tecnici, il 16 aprile del 2020 è nata la norma Uni 11782 Utility Manager. Noi abbiamo iniziato costituendo l'associazione Assium, di cui sono presidente, l'associazione italiana utility manager, e abbiamo iniziato, senza essere sostenuti anche economicamente da nessuna istituzione, a promuoverla. Abbiamo cominciato a dialogare con tutti i professionisti del settore, con tutte le agenzie, le società di vendita di energia elettrica, gas, telefonia del mercato, sensibilizzando questi soggetti ad ottenere la certificazione per potersi presentare dal cliente con una veste diversa. E quindi, già avere una certificazione di abilità e conoscenze, competenze, che comunque si ottiene con un corso di formazione, con il superamento di un esame».

In quanti hanno risposto alla chiamata di Assium?

«Sono stati circa 500 i professionisti che hanno aderito al nostro appello, numeri importanti se si considera che si tratta di una certificazione volontaria».

A proposito, l'obiettivo di Assium è che la certificazione diventi obbligatoria.

«Negli ultimi anni abbiamo intessuto relazioni istituzionali con associazioni di categoria e rappresentati politici: tutti convinti delle necessità di regolamentare il settore. Fino ad arrivare allo scorso aprile quando grazie ad un emendamento la figura dell'Utiliy manager è stata riconosciuta dallo Stato. Certamente la nostra battaglia per arrivare all'obbligatorietà della certificazione continua ma siamo molto soddisfatti del risultato fin qui raggiunto e siamo grati alle forze politica che, all'unanimità, hanno accolto la nostra proposta».

A Rimini si parlerà di caro bollette, preoccupa la situazione geopolitica?

«Ci auguriamo che gli ultimi eventi nei conflitti in corso non producano gli stessi effetti della guerra in Ucraina, che ha fatto schizzare di 5 volte il prezzo dell'energia elettrica e del gas. In tale contesto di incertezza, avere accanto un professionista, sia che si tratti di utenza domestica, di aziende o anche di enti pubblici, è di fondamentale importanza. L'Utility manager, in caso di aumento dei prezzi di energia e gas, non svolge la funzione di aiutare il consumatore a risparmiare, non è questo il suo compito, ma può ad esempio consigliare di effettuare operazioni di fixing che consentono di bloccare i prezzi per un determinato periodo, magari a tariffe più alte rispetto al valore odierno ma senza rischiare di vedersi le bollette duplicate o triplicate perché nel mondo accadono avvenimenti che non possiamo controllare. Oppure può informare il titolare di una azienda o di un ente pubblico che nei prossimi mesi sono previsti aumenti ad esempio del 15%. Una informazione utile a gestire meglio la cassa e le spese piuttosto che subire passivamente l'arrivo della bolletta e non avere più la possibilità di agire».