Vertenza Abramo, cassa integrazione in ritardo. I sindacati al Ministero: «Grande apprensione tra i lavoratori»
Le segreterie regionali della Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil esprimono «profonda preoccupazione» e chiedono «di intervenire con urgenza e di emanare il decreto nel più breve tempo possibile»
Le segreterie regionali della Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, esprimono, in una nota inviata al Ministero del Lavoro e, per conoscenza, al Ministero del Made in Italy, «profonda preoccupazione per il ritardo, da parte del Ministero del Lavoro, nell'emanazione del decreto di concessione della cassa integrazione straordinaria (Cigs) per i lavoratori di Abramo customer care in amministrazione straordinaria (As)».
Call center | Vertenza Abramo, vertice a Roma. Il ministro Urso: «L’obiettivo è salvaguardare i lavoratori»
«Questo ritardo - è detto in una nota congiunta - riguarda il periodo che va dal 7 agosto 2024 al 7 novembre 2024, e rischia di compromettere ulteriormente la già precaria situazione economica e sociale dei dipendenti coinvolti. Non possiamo accettare che i lavoratori di Abramo CC, già pesantemente provati da una lunga fase di incertezza e difficoltà, debbano ora fare i conti con l'ulteriore problematica legata all'assenza del decreto. La Cigs è uno strumento fondamentale per garantire la sostenibilità economica e lavorativa in questa fase delicata, ma la mancanza di chiarezza e l'assenza di un intervento tempestivo da parte del Ministero sta causando grande apprensione tra i lavoratori e le loro famiglie».
«Chiediamo al Ministero del Lavoro - sottolineano le segreterie dei sindacati di settore di Cgil, Cisl e UIl - di intervenire con urgenza e di emanare il decreto nel più breve tempo possibile, per evitare che la situazione degeneri ulteriormente. I lavoratori di Abramo CC meritano risposte concrete e rapide, e noi come sindacati continueremo a vigilare affinché vengano tutelati i loro diritti. Come Slc, Fistel e Uilcom Calabria stiamo monitorando costantemente la situazione e siamo pronti a intraprendere tutte le azioni necessarie per tutelare i lavoratori, compresa la possibilità di ricorrere a iniziative di mobilitazione qualora non si registrassero progressi rapidi e concreti».