Vertenza Abramo, Pisano (Ugl): «Vogliamo leggi di tutela vincolanti per tutto il settore dei call center»
Il segretario elogia il «gioco di squadra» che consente di avere «più tempo per concertare un tavolo ministeriale» ma alza l'asticella: «In tutta la Calabria 15mila lavoratori, serve un discorso generale»
«È vero, i tre mesi non risolvono, ma aiutano: le interlocuzioni con la filiera istituzionale ci autorizzano ad un cauto ottimismo generale». Appena terminato l’incontro a Reggio Calabria con il presidente Roberto Occhiuto in merito alla crisi Abramo Customer Care, le parole del segretario Ugl Telecomunicazioni Calabria Pierpaolo Pisano potrebbero sembrare puro linguaggio tecnico sindacale. In realtà significano molto altro.
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«Vogliamo dare atto alla regione, ai rappresentanti dei comuni ed alla deputazione parlamentare che stavolta stanno facendo davvero gioco di squadra – afferma il sindacalista catanzarese – e per questo li ringraziamo davvero. Con questa sinergia non solo avremo più tempo per concertare un tavolo ministeriale da dedicare a questa annosa vicenda Abramo ma il nostro obiettivo, assieme ai colleghi delle altre sigle – continua Pisano – alza l’asticella. Nel settore dei call center in Calabria lavorano circa 15.000 persone, una fetta sociale troppo importante per farne discorsi settoriali: vogliamo leggi di tutela che diventino giurisprudenza vincolante per tutti e siano garanzia anche per chi fa impresa. Occhiuto ci mette la faccia, l’onorevole Ferro mi ha chiamato fino a ieri sera, il sindaco di Catanzaro Fiorita ci ha messo tra gli argomenti del prossimo consiglio comunale: stavolta ci sono i presupposti perché i tre mesi concessi da Tim ai lavoratori Abramo diventino ben altro che un inutile contentino ma un margine di tempo in cui lavorare tutti di più, senza clamore mediatico, ad un obiettivo di occupazione stabile per la serenità di migliaia di famiglie».