Trasporto sullo Stretto

Villa San Giovanni, il Consiglio contro il progetto dell’autorità portuale: «No al nuovo scalo in centro città»

L'assemblea cittadina si è opposta all'unanimità e chiede lo spostamento degli approdi a sud. Il sindaco Giusy Caminiti: «Vogliamo liberarci del gommato e non portare l'inquinamento a 300 metri dalle scuole» 

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di Elisa Barresi
15 settembre 2022
19:15
IL porto di Villa San Giovanni
IL porto di Villa San Giovanni

«L’ipotesi progettuale che c’è stata presentata dall’autorità di sistema portuale dello Stretto a valere sul Pnrr “Attraversamento dinamico dello stretto di Messina” prevede secondo le intenzioni e le proposte dell’autorità portuale la realizzazione di un nuovo approdo nel porto cosiddetto storico. Ma questa è un’ipotesi che ovviamente la città non riesce a vedere non vuole contemplare».

Queste le parole del sindaco di Villa San Giovanni Giusy Caminiti che chiarisce la posizione dell’amministrazione sulla possibilità di realizzare un nuovo approdo. Ed è nuovamente il tempo di fare i conti con un argomento che da decenni tiene la popolazione con il fiato sospeso, ovvero lo spostamento degli approdi dal centro città che fino ad oggi hanno rappresentato un deficit soprattutto in termini ambientali e l’ipotesi avanzata dall’autorità dello stretto ha visto l’amministrazione pronta ad opporsi.


«Da quarant’anni la città, le amministrazioni comunali di tutti i colori politici e i consigli comunali all’unanimità hanno sempre chiesto a gran voce lo spostamento degli approdi a sud e quindi la possibilità di liberare finalmente Villa dal gommato. Il progetto prevede anche la possibilità di potenziare i mezzi veloci perché Villa è entrata nel sistema della continuità territoriale e anche su questo dovremo discutere ma di certo chiederemo all’autorità portuale di presentare un’ipotesi progettuale diversa perché quella attuale prevede un banchinamento di 20.000 m² che vuol dire andare contro anche gli stessi obiettivi del Pnrr che, invece, vuole uno sviluppo sostenibile, uno sviluppo green, l’abbattimento dei fattori inquinanti che chiaramente un nuovo approdo per il potenziamento del gommato finirebbe per aumentare portando i mezzi al centro di Villa, a soli 300 metri dalle nostre scuole».

Ed è con questo obiettivo che l’amministrazione ha deciso di non firmare l’accordo e, di fatto, ricominciare dall’inizio il confronto nella fase pre-procedimentale. «Villa arriva in ritardo rispetto alle ipotesi messe in campo a febbraio 2021. C’è stata anche la volontà di rinviare la decisione perché ci sarebbero state a brevissimo le e le consultazioni per il rinnovo del consiglio comunale».

Consiglio comunale unanime

E la questione è finita al centro dell’ultimo Consiglio Comunale che, all’unanimità ha espresso la posizione contraria della città: «Il DPSS (Documento di Programmazione del Sistema Portuale dello Stretto) non tiene conto delle necessità della Città di Villa San Giovanni e di un’area più vasta (qual è quella dell’ex ASI oggi CORAP la cui centralità è stata richiamata a ragione dal Presidente dell’Associazione dei Comuni dell’Area dello Stretto e sindaco di Campo Calabro Sandro Repaci) cui il nuovo sistema dei trasporti dovrà dare risposte.

Non è una posizione di oggi quella espressa dal consiglio comunale, perché la stessa è la richiesta avanzata dalla Città sin dall’accordo di programma degli anni ’90 e ribadita sempre con l’unanimità del civico consesso fino all’aprile 2022: la Città chiede lo spostamento degli approdi a sud, con un sistema unico che la liberi finalmente dall’attraversamento intra-urbano (viale Italia, piazza Arena-ex piazza Stazione, via Marinai d’Italia e via Salvo d’Acquisto sono ad oggi arterie con servitù di passaggio dei mezzi leggeri e pesanti da e per la Sicilia) e che preveda l’autoporto (le cui aree sono già in proprietà e la cui realizzazione è già stata finanziata con i fondi del Dpcm 2003, tanto che l’ente è dotato di un progetto definitivo) e l’asta di raccordo con il nuovo porto a sud, con il conseguente ripascimento della spiaggia di Acciarello, la restituzione degli attuali attracchi in concessione alle società private di navigazione per ampliare l’area diportistica e la restituzione dei piazzali autostradali come polmone a verde quale opera compensativa di cinquant’anni di inquinamento atmosferico ed acustico. La città è stata ed è schiava di un sistema trasportistico inadeguato e non più sostenibile: chiede che il “PNRR per migliorare l’attraversamento dinamico dello Stretto di Messina” realizzi gli obiettivi dichiarati dal Mims, ossia “migliorare l’attraversamento ferroviario e quello veloce dei passeggeri; favorire la transizione ecologica della mobilità marittima e ridurre l’inquinamento”».

E la contro proposta è chiara: «Realizzare gli approdi a sud per i cittadini di Villa San Giovanni comporta effetti diretti e indiretti. I primi sono chiaramente: modernizzare le infrastrutture nel rispetto del clima e dell’ambiente; rimuovere uno degli ostacoli che frenano lo sviluppo della città, consentendole di fare un salto di qualità; ridurre gli inquinamenti atmosferici prodotti dal trasporti, come il percolato e il biossido di azoto che danneggiano la salute umana e l’ambiente soprattutto nella nostra città attraversata da milioni di autoveicoli e autocarri. I secondi derivano inevitabilmente dall’offerta dei vettori marittimi».

«Nello specifico: consentire alle navi che attraversano lo Stretto di raggiungere in minor tempo l’approdo siciliano comporta di ridurre l’inquinamento ambientale da trasporto marittimo responsabile insieme al trasporto aereo del 30% delle emissioni complessive del gas serra; migliorare le condizioni di sicurezza della navigazione nello Stretto di Messina; realizzare gli approdi a sud significa investimenti pubblici (Rfi) che puntano ad interconnettere i territori della Calabria, e l’Italia con le reti Europee, ridurre le diseguaglianze territoriali tra Nord e Sud, e migliorare i servizi per la qualità della vita delle persone; investire nel trasporto su rotaia, rispettando le direttive Europee secondo le quali entro il 2030 il traffico ferroviario merci dovrà raddoppiare e aumentare del 50% rispetto ai livelli del 2015; sviluppare ed incentivare il trasporto intermodale (ferro-gomma e mare-gomma) nell’area di Bolano per raggiungere l’obiettivo di contenere il più possibile le emissioni nocive generate dal trasporto».

«Condividiamo a pieno e facciamo nostre le preoccupazioni del presidente Mega sullo “stato di arretratezza” del nostro scalo e sui “livelli di qualità dei servizi per i passeggeri molto bassi” ma certamente non sono i Villesi a non essersi accorti di ciò o, peggio, ad averlo determinato. Così come non è ai Villesi che, oggi, dopo tanta paziente attesa, può attribuirsi la responsabilità di voler mantenere lo status quo perché la Città anela a un cambiamento che sia miglioramento e non peggioramento delle condizioni attuali».

«Permettere la realizzazione di nuovi ormeggi all’interno del porto storico avrebbe nefaste conseguenze per la città: porterebbe al centro di Villa anche il traffico oggi “confinato” (si fa per dire!) nei piazzali Rfi, a soli 300 metri dal cuore della città – piazza Valsesia – e dalle scuole, in un’area che oggi è anche più inquinata di viale Italia a causa della sua depressione. Il livello di inquinamento ambientale della città e l’incidenza delle malattie cardiache ed oncologiche parlano chiaro: nessuna azione, anche solo potenzialmente peggiorativa della già critica situazione ambientale, verrà tollerata sul territorio comunale. Giammai una nuova banchina (come quella proposta dall’Autorità di sistema portuale dello stretto) potrà diventare un nuovo piazzale a mare per i mezzi in attesa di imbarco, contravvenendo a ogni indicazione dell’Europa e alla logica dei finanziamenti Pnrr sulla riduzione dei fattori inquinanti e dei tassi di incidenza degli stessi».

Giornalista
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