Addio a Luciano De Crescenzo, l'ingegnere-filosofo che raccontò Napoli al mondo

Si è spento poche ore fa a Roma il poliedrico artista 90enne. Il sindaco Luigi de Magistris «mancherà molto a questa città e alla sua gente»

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di Redazione
18 luglio 2019
17:09

Si è spento poche ore fa a Roma all’età di 90 anni Luciano De Crescenzo. Da alcuni giorni era ricoverato in ospedale e da anni soffriva di una malattia neurologica. La conferma della sua morte è arrivata dalla casa editrice Mondadori che ha pubblicato tutti i suoi libri. De Crescenzo era nato a Napoli il 20 agosto 1928, nel borgo di Santa Lucia, e da tempo viveva con la famiglia nella capitaleConsiderato ‘l’ingegnere filosofo’ era un artista poliedrico: scrittore, regista e interprete di film. Si fece conoscere dal grande pubblico come ironico narratore della filosofia.

Come attore è certamente da ricordare la sua prova con Sophia Loren e Luca De Filippo in ‘Sabato, domenica e lunedì’ di Lina Wertmüller, nel 1990.


A distanza di cinque anni diresse e interpretò con Teo Teocoli ed Isabella Rossellini il film ‘Croce e delizia’, considerato il suo film più riuscito. Ma il grande pubblico lo ricorda soprattutto per i due film di Renzo Arbore, ‘Il pap'occhio’ e "FF.SS." - Cioè: '...che mi hai portato a fare sopra a Posillipo se non mi vuoi più bene?'. Dal sodalizio con Renzo Arbore e Roberto Benigni nacquero capolavori come ‘Così parlò Bellavista’, film delizioso e ancora gettonatissimo nelle tv private napoletane.

La sua carriera

Dopo essersi laureato in ingegneria idraulica col massimo dei voti presso l'Università degli Studi di Napoli "Federico II", capì nel 1976 la sua vera vocazione, quella di 'scrittore divulgatore'. Prima di trasferirsi a Milano svolse attività differenti, quali il venditore di tappeti in un negozio nei pressi di piazza Municipio, a Napoli, e persino il cronometrista alle Olimpiadi di Roma, nel 1960.

Dopo tale periodo, accettò di trasferirsi nel capoluogo lombardo, dove venne assunto all'IBM, e li rimase per un ventennio circa, in qualità di addetto alle pubbliche relazioni. Promosso dirigente, decise di lasciare il suo lavoro e dedicarsi a tempo pieno alla scrittura, favorito anche dall'interessamento di Maurizio Costanzo, padrino della sua prima opera, ‘Così parlò Bellavista’. Grazie anche alla partecipazione al talk show ‘Bontà loro’ condotto da Costanzo e ad altre manifestazioni pubbliche, fra il 1976 e il 1977 il suo libro vendette più di 600.000 copie e fu tradotto anche in giapponese, diventando un vero e proprio caso letterario.

Nel corso degli anni Luciano De Crescenzo è diventato un autore di successo internazionale. Ha pubblicato in totale cinquanta libri, vendendo 18 milioni di copie nel mondo, di cui 7 milioni in Italia. Le sue opere sono state tradotte in 19 lingue e diffuse in 25 paesi.

Nel 1998, con l'opera ‘Il tempo e la felicità’ edita da Mondadori, vinse il Premio Cimitile. Seguì una lunghissima serie di romanzi, cui si aggiungono opere di saggistica divulgativa.

Luciano De Crescenzo ha sempre affiancato alla sua attività di scrittore quella di divulgatore, capace di spiegare anche il lettore più inesperto i problemi sollevati dalla filosofia antica, e infatti tra gli anni ottanta e novanta condusse sulle reti Rai una trasmissione televisiva (Zeus - Le Gesta degli Dei e degli Eroi) sui miti e sulle leggende degli antichi greci. 

Cordoglio espresso dalla sua Napoli e dai suoi amici

«Esprimo il cordoglio profondo mio personale e della città di Napoli per la fine terrena del grande Luciano De Crescenzo, uomo di immensa cultura che ha saputo interpretare al meglio l'anima del popolo napoletano. Persona di estrema intelligenza, enorme cultura e di una naturale simpatia tutta partenopea. Luciano mancherà molto a Napoli e alla sua gente, lo ricorderemo tutti con immenso affetto e gratitudine». E' il messaggio del sindaco di Napoli Luigi de Magistris.

Anche l’amico Renzo Arbore ha voluto rendergli omaggio «Con la scomparsa di Luciano De Crescenzo perdiamo tutti un grande amico - dice - Era un maestro per tutte le cose belle che c'ha fatto conoscere. È una gravissima perdita per la cultura italiana e per la città di Napoli di cui era un esponente fiero ed orgoglioso».

 

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