Quarto anniversario

A 4 anni dal crollo del Ponte Morandi il dolore non si placa. Mattarella: «Ferita che non si può rimarginare»

Il 14 agosto del 2018 il viadotto di Genova veniva giù uccidendo 43 persone. Nonostante siano passati 4 anni la sofferenza del Paese è ancora palpabile. Draghi: «Lo Stato deve fare di tutto perché tragedie simili non accadano più»

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di Redazione
14 agosto 2022
12:02
Il premier Draghi alla commemorazione della tragedia
Il premier Draghi alla commemorazione della tragedia

«Nel quarto anniversario del crollo del Ponte Morandi, si rinnova il dolore della tragedia che ha colpito quarantatré vittime. Una ferita che non si può rimarginare, una sofferenza che non conosce oblio, una solidarietà che non viene meno. Un dramma che segna la vita della Repubblica e per il quale la magistratura sta doverosamente accertando le responsabilità. Rinnovo anzitutto ai familiari, costretti a patire il dolore più grande, la più intensa solidarietà della nostra comunità nazionale». Lo afferma in una nota il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione dell’anniversario della tragedia che il 14 agosto 2018 costò la vita a 43 persone. Oltre alle vittime, il disastrò causò anche 11 feriti e 566 sfollati.

«Il dolore per questa terribile ricorrenza – ha aggiunto dal canto suo il presidente dela Consiglio Mario Draghi - si associa a una convinzione: lo Stato deve fare tutto il possibile perché tragedie simili non avvengano mai più». Il messaggio del premier è stato inviato al sindaco Marco Bucci.


Le cerimonie per la commemorazione del crollo del ponte Moranti sono cominciate con la messa officiata dall'arcivescovo di Genova Marco Tasca. Alla messa partecipano, tra gli altri, il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini, Il sindaco Marco Bucci e il segretario della Lega Matteo Salvini. Per la Regione c'è l'assessore alla Cultura Ilaria Cavo.

Dopo la messa ci sarà il ricordo della tragedia alla Radura della Memoria, sotto il nuovo Ponte San Giorgio dove oltre al ministro parleranno la presidente del Comitato per il ricordo delle vittime del Morandi Egle Possetti, il sindaco Bucci, l'imam, il governatore Toti. Prima 43 bambini consegneranno ai parenti delle vittime 43 messaggi. Ieri sera alla Radura della Memoria si è tenuto un concerto di musiche sacre.

«Genova non dimentica, Genova vuole crescere, Genova vuole giustizia»: così il sindaco di Genova Marco Bucci ha concluso il suo intervento dal palco. Dopo aver letto il messaggio inviato dal presidente del Consiglio Mario Draghi, Bucci ha detto: «Il mio primo pensiero va alle vittime e ai familiari delle vittime. Genova non vuole dimenticare, noi saremo sempre vicini ai parenti di chi ha perso la vita, Genova scolpirà nella pietra questa data: il 14 agosto».

«La ferita è sempre aperta ma quattro anni dopo quello che ci fa più male è la cessione della concessione». Così Egle Possetti, presidente del comitato Ricordo vittime ponte Morandi prima dell'inizio della commemorazione. «È inaccettabile quello che è successo, inaccettabile che questa concessione, già scritta come nessuno di noi l'avrebbe scritta neanche per comprare una bicicletta, non sia stata stracciata ma addirittura remunerata agli azionisti, una cosa che umanamente non potremo mai accettare, tutti dovrebbero sapere cosa è successo e a raccontarlo rimangono sbalorditi».

Un riferimento al processo anche da parte dell'arcivescovo di Genova Marco Tasca: «Onorare la memoria significa anche avere procedimenti giudiziari efficaci e celeri che accertino le responsabilità del disastro». «Il tempo non cancellerà il dolore. Il tempo che passa non cancellerà i danni subito dalla città. il Tempo che passa ci dice di fare memoria e giustizia. Non si può circoscrivere quanto accaduto il 14 agosto 2018 nelle pagine di un libro di storia, il tempo che passa non potrà servire per cancellare il dolore di chi ha perso i propri cari o di chi ha perso la casa o il lavoro». Nella sua preghiera l'auspicio: «Oggi siamo qui insieme per ricordarci che la vita e la solidarietà sono più forti della morte, della precarietà e dell'egoismo, per affermare che la giustizia e la solidarietà sono l'unica strada da percorrere».

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