Abusi sessuali su bimbe per produrre materiale pedopornografico, arrestate due mamme

Una di Terni e l’altra di Reggio Emilia. In manette anche un uomo residente in Toscana, padre di una delle piccole

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7 febbraio 2020
15:45

Avrebbero commesso abusi sessuali sulle figlie fin dai primi anni di età per produrre foto a carattere pedopornografico. È l'accusa mossa contro due donne, una residente a Terni, l'altra a Reggio Emilia, arrestate dalla polizia postale della Toscana in esecuzione di una misura di custodia cautelare emessa dal gip di Firenze.

 


Due le presunte vittime, entrambe minori di 10 anni, affidate questa mattina ai servizi sociali e condotte in luoghi sicuri. Arrestato anche un uomo residente in Toscana, padre di una delle bimbe: sarebbe stato il destinatario del materiale pedopornografico via Whatsapp.

Abusi su minori per produrre materiale pedopornografico

Secondo quanto riferito dalla polizia postale, al 40enne di Grosseto e alla donna di Terni, che hanno una relazione sentimentale, sono stati contestati i reati di pornografia minorile, per aver divulgato notizie e informazioni finalizzate allo sfruttamento sessuale dei minori e prodotto materiale pedopornografico, nonché di violenza sessuale nei confronti di minori per aver costretto una bambina a subire rapporti sessuali.

 

L'esame del materiale a lui sequestrato ha permesso agli investigatori di scoprire i rapporti tra l'uomo e le due le due donne e gli abusi sulle due minori nonché l’iscrizione del 40enne a gruppi su Telegram e su WhatsApp attivi nella condivisione di materiale pedopornografico.

 

Stessi reati contestati alla donna di Reggio Emilia, che avrebbe costretto la figlia minore di dieci anni a compiere o subire atti sessuali, con l'aggravante di aver abusato della qualità di madre.

Genitori arrestati: «Bambina concepita solo per violentarla»

Il 40enne del Grossetano e la donna di Terni con cui aveva una relazione, arrestati dalla polizia postale per violenza sessuale alla figlia di pochi anni, avrebbero deciso di concepirla al solo scopo di abusarne sessualmente.

 

Da una «chat tra i due - scrive il gip Agnese Di Girolamo nell'ordinanza - emerge come assolutamente verosimile» che la gravidanza sia stata voluta «con il preciso intento di realizzare le fantasie sessuali condivise».

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