Alta tensione

Attentato a Mosca, le accuse della Russia: «Dietro ci sono Ucraina, Usa e Gb. Ci saranno rappresaglie»

Secondo l'intelligence russa, «Kiev e l'Occidente mirano a provocare altri danni al nostro Paese». Accuse anche dal presidente della Duma mentre il portavoce del Cremlino Peskov è più cauto: «Presto per parlare di reazioni, le indagini sono in corso»

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di Redazione Cronaca
26 marzo 2024
15:41
La sala concerti di Mosca teatro dell’attentato
La sala concerti di Mosca teatro dell’attentato

Ucraina, Usa e Gran Bretagna sono dietro l'attacco alla Crocus Hall di Mosca che ha ucciso almeno 139 persone. È l'accusa mossa da Aleksandr Bortnikov, direttore dell'Fsb, l'intelligence russa, come riporta l'agenzia di stampa statale Tass. «Ci saranno rappresaglie, ovviamente. Tutti quelli coinvolti saranno trovati e puniti, lavoreremo», aggiunge. Bortnikov fa riferimento anche all'addestramento che l'Ucraina avrebbe condotto «in Medioriente preparando i miliziani», con «rappresentanti del regime di Kiev» che avrebbero raggiunto i terroristi per «lavorare con loro e prepararli». Nelle ore immediatamente successive all'attacco, lo stesso è stato rivendicato dall'Isis.

«L'attacco terroristico - dice ancora - era necessario per creare panico nella società russa. L'Occidente e l'Ucraina mirano a provocare altri danni al nostro Paese. La celeberrima controffensiva condotta da Kiev nella guerra contro la Russia non ha prodotto risultati e quindi cosa bisogna fare? Bisogna dimostrare di valere qualcosa».


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Accuse anche dal presidente della Duma

Accuse a Ue, Usa e Ucraina anche dal presidente della Duma Vyacheslav Volodin: «Vogliono dividere la società russa con simili attacchi terroristici», ha sostenuto Volodin citato dalla Ria Novosti. «La società di oggi è estremamente consolidata e dobbiamo fare tutto per garantire che il consolidamento sia ancora più forte. Perché i terroristi e coloro che stanno dietro di loro, ovvero il regime sanguinario di Ucraina, Washington e Bruxelles, sperano che attraverso tali attacchi terroristici potranno dividere la nostra società, seminare discordia, ostilità su base interetnica». Ed è per questo, ha osservato, «dobbiamo fare di tutto per impedire loro di raggiungere l'obiettivo. Dobbiamo fare tutto di affinché diventiamo ancora più forti».

Peskov: «Presto per parlare di reazione contro Kie»

Da parte sua il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, dopo che ieri il presidente russo Vladimir Putin ha parlato della responsabilità di «estremisti islamici» nell'attacco a Mosca, senza tuttavia 'scagionare' l'Ucraina, ha riferito che è troppo presto parlare di una reazione della Russia rispetto a un potenziale coinvolgimento di Kiev nell'attentato di venerdì scorso al Crocus City Hall. «Un'indagine è ancora in corso - ha detto Peskov alla Tass, rispondendo alla domanda se il presunto coinvolgimento di Kiev potrebbe avere conseguenze sulla disponibilità di Mosca ad avviare negoziati - Non sarebbe corretto fare speculazione in questo momento».

Diversa l'opinione di Nikolai Patrushev, segretario del Consiglio di sicurezza russo, secondo il quale «dietro l'attacco terroristico al Crocus City Hall di Mosca c'è l'Ucraina».

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Kiev: «Da Mosca solo bugie»

«Dopo la bugia di Putin, altre menzogne vengono ufficialmente diffuse dal soggetto Patrushev e poi dal 'capo dell'Fsb' Bortnikov. Domanda: perché una tale dimostrazione di inadeguatezza collettiva?». Lo ha dichiarato sul social X il consigliere presidenziale ucraino, Mykhailo Podolyak, riferendosi alle nuove accuse mosse da Mosca.

«Ci sono fatti inconfutabili, comprensione comune (in diversi Paesi) delle cause e delle conseguenze, totale scetticismo anche da parte di Paesi neutrali riguardo la 'traccia ucraina nell'attacco terroristico alla sala concerti di Crocus'», ha aggiunto Podolyak.

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