A scuola non si torna, il ministro: «Tutti promossi, ma le insufficienze restano»

La decisione ufficiale arriverà a breve, ma Azzolina preferisce la cautela: ancora troppi morti ogni giorno, riaprire ora e solo per poche settimane vanificherebbe gli sforzi fatti 

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di Redazione
17 aprile 2020
12:57

«A giorni il Governo prenderà una decisione, ma a mio avviso riaprire ora le scuole, per poche settimane, mentre il Paese conta oltre 500 morti al giorno per il coronavirus, rischierebbe solo di vanificare gli sforzi fatti. Dobbiamo fare ancora qualche sacrificio per poter tornare a scuola nello stesso modo in cui ci andavamo prima. E intanto dobbiamo sostenere studenti e docenti nella didattica a distanza. E soprattutto aiutare le famiglie in questa fase così impegnativa». Scrive così la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina sul suo profilo Facebook.

Sembra farsi, dunque, sempre più inconsistente l’ipotesi di una riapertura delle scuole a maggio. Anche perché significherebbe far muovere milioni di persone, tra studenti, docenti e collaboratori scolastici, in una situazione che ancora è di piena emergenza. Troppo pericoloso, quindi.


 

Tutti promossi, ma le insufficienze restano

In un’intervista sul Corriere della Sera la ministra ha ribadito la sua posizione, improntata sul principio della cautela. Contraria anche al prolungamento delle lezioni in estate: «La scuola ha chiuso ma non si è mai fermata. Significherebbe non riconoscere il lavoro di queste settimane» ha affermato la Azzolina. Un lavoro che sta funzionando quello della didattica a distanza, e che permetterà di chiudere questo particolare anno scolastico. Anno che si concluderà con un “tutti promossi”: il decreto scuola approvato qualche giorno fa prevede infatti che tutti gli alunni siano ammessi all'anno successivo. Ma le insufficienze continueranno ad esistere, chiarisce la ministra: «Se lo studente merita 8 avrà 8, se merita 5 avrà 5. Chi risulta insufficiente recupererà il prossimo anno con attività individualizzate».

 

Ritorno sui banchi a settembre

E per quanto riguarda il ritorno sui banchi, il decreto parla di avvio della scuola dal primo del mese per i recuperi. Mentre il calendario di inizio lezioni sarà deciso insieme alle regioni. Per la ripresa è stata istituita un’apposita commissione, che si occuperà della «nuova scuola che verrà dopo questa emergenza». Dalle pagine del Corriere, la ministra esclude che si possa ripartire con i doppi turni poiché significherebbe raddoppiare il lavoro del personale scolastico.  Se, invece, sarà ancora necessaria la didattica a distanza, «ci faremo trovare pronti. Oltre ai fondi già stanziati arriveranno presto altri 80 milioni».

 

Nodo maturità

Sulla questione esame di Stato, il decreto scuola prevede due scenari possibili, a seconda della data di rientro nelle aule. Rientro che a questo punto potrebbe non esserci. Dunque rimarrebbe valida la sola seconda ipotesi: nessuna prova scritta e un unico colloquio, che si potrà svolgere anche per via telematica. Anche se la ministra spera ancora che i maturandi possano concludere il loro percorso tra i banchi: «Ricevo lettere di studenti – ha detto al Corriere - che mi chiedono un esame in presenza: sarebbe auspicabile, vedremo se si potrà. Escludo l’ipotesi mista: studenti a scuola e professori a casa».

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