Campagna contro utero in affitto, poster con bambini dentro barattoli

Da oggi e per 15 giorni la città di Roma sarà attraversata da camion con questa immagine. L’iniziativa patrocinata dall’associazione Pro vita e famiglia e del Congresso mondiale famiglie

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di Redazione
9 luglio 2019
18:40

Parte da oggi, martedì 9 luglio e per 15 giorni, la campagna shock ideata dall’associazione Pro Vita e Famiglia e del Congresso Mondiale Famiglie.

Scopo dell’iniziativa, che vedrà la città di Roma attraversata da diversi camion vela con l’immagine di bambini in barattoli, è quella di sensibilizzare la società contro l’utero in affitto.


 

«È la nostra denuncia agli orrori di questo commercio e contro il business dell'affitto di uteri e compravendita di ovuli», hanno dichiarato Toni Brandi e Jacopo Coghe, presidente e vice presidente di Pro Vita e Famiglia e del Congresso Mondiale delle Famiglie.

 

In un post pubblicato su Facebook Coghe e Brandi scrivono: «Come il nascituro anche le madri surrogate e le cosiddette "donatrici" di ovociti sono vere e proprie vittime di questo mostruoso sistema che deve finire. Il bambino non è un prodotto né un oggetto da vendere o da regalare. Guardate la vera faccia della cosiddetta maternità surrogata. È necessario che gli italiani si chiedano, di fronte alle pretese al "diritto di filiazione", se tale desiderio rispetta il diritto del minore a non essere sfruttato come un oggetto dei desideri tra un suv e una vacanza alle Bahamas. Abbiamo visto, con lo scandalo di Bibbiano, l'ossessione di avere un figlio a tutti i costi in cosa può degenerare».

Appello a Salvini

Il messaggio di Toni Brandi e Jacopo Coghe si conclude con un appello al ministro dell'Interno Matteo Salvini che «con forza, si è sempre battuto contro l'utero in affitto e per garantire una mamma e un papà ai bambini, affinché emani un provvedimento che impedisca le trascrizioni anagrafiche alle coppie dello stesso sesso. Servono politiche che rispettino il sacrosanto diritto di ogni bambino ad avere una mamma e un papà». Secondo quanto viene riportato da Ansa e Agi, i responsabili dell’iniziativa hanno spiegato che avevano «previsto anche delle affissioni nella Capitale ma le concessionarie contattate, per paura di un intervento sanzionatorio da parte del Comune di Roma si sono tirate indietro. Il sindaco Virginia Raggi ha il coraggio di concentrarsi contro il vero degrado, sia morale che cittadino, o preferisce discriminare i bambini e ignorare la solidarietà nei confronti degli indifesi?».

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