Genova ricucita, il ponte ricostruito è un’iniezione di speranza per il Paese

Posizionata l’ultima campata del nuovo viadotto dopo il disastroso crollo del 14 agosto 2018 che causò 43 vittime. Alla cerimonia anche Conte: «Un miracolo»

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28 aprile 2020
13:25
Il viadotto ricostruito (foto Salini Impregilo)
Il viadotto ricostruito (foto Salini Impregilo)

A meno di due anni dalla tragedia del 14 agosto 2018, il ponte di Genova è stato ricostruito. Oggi è stata ultimata l’istallazione della diciannovesima campata d'acciaio: il tracciato del nuovo ponte è lungo 1067 metri. Sono state usate 17.500 tonnellate di acciaio. L'operazione è stata salutata dal suono delle sirene del cantiere e delle navi alla fonda e di alcune aziende.

 


«Lo Stato non ha mai abbandonato Genova. Lo abbiamo solennemente detto a poche ore dalla tragedia: ero già qui e abbiamo detto subito che Genova non sarebbe stata lasciata sola. Questa presenza è doverosa ma sono qui anche con grande piacere perché oggi suturiamo una ferita». Lo ha detto il premier Giuseppe Conte, che è intervento alla cerimonia per il completamento dei lavori.

«Ci impegniamo al massimo perché tragedie del genere non abbiano più a ripetersi – ha continuato il presidente del Consiglio -. Ricongiungiamo una importante arteria di comunicazione al centro, al cuore, della città di Genova. La portata concreta di questa giornata è nel fatto che c'è un progetto reale che sta giungendo a completamento. Qualcuno ha parlato di miracolo: credo sia possibile parlare di miracolo, senza enfasi, perché c'è il lavoro di tanti qui, dell'autorità pubblica, dei progettisti e in particolare Renzo Piano, degli operai e i tecnici».

 

«Il ponte non è finito ma oggi celebriamo il ricongiungimento delle due parti della valle – ha sottolineato invece il sindaco di Genova Marco Bucci -. Ci ricorderemo per sempre delle 43 vittime».
Per il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, il ponte di Genova «è il simbolo di un’Italia che ce la fa a ripartire. Credo che questo sia qualche cosa di più di un ponte. È utile a questo paese. È la dimostrazione che insieme possiamo fare tante cose, la dimostrazione che chi pensa che una cosa non sia possibile, farebbe bene ad astenersi dal disturbare chi la sta facendo».

 

Richiami con l’emergenza sanitaria degli ultimi mesi e con la conseguente crisi economica, sono stati fatti anche dall’Ad di Salini Impregilo, Pietro Salini: «Ve lo chiedo mettendomi in ginocchio, al Paese serve un grande piano, il piano del Governo Conte, come il piano Marshall, per farlo ripartire. C'è gente che aspetta di lavorare, ci sono genitori che non sanno cosa far fare ai figli, ecco perché serve un grande piano per ristrutturare il Paese, perché sappiamo che il calcestruzzo dura 50 anni».

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