Conte: «Possibili riaperture a fine aprile». Dagli industriali pressioni, ma l’Oms frena

Mentre Confindustria preme affinchè il Paese non «spenga definitivamente il motore», l’Organizzazione mondiale della sanità ammonisce: «Siamo a un passo dal vedere una prospettiva di vittoria, ma non significa che abbiamo vinto». Il governo intanto è al lavoro per il nuovo Dpcm post-Pasquetta

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di Redazione
9 aprile 2020
13:20
Il premier Giuseppe Conte
Il premier Giuseppe Conte

Si è registrato ieri il record di guariti in un solo giorno in Italia: 2099 persone hanno potuto gettarsi alle spalle l’ombra del coronavirus. E anche il numero di morti, così come quello dei nuovi ricoveri, sembra essere in calo. Un segnale di forte speranza.

 


«Possibili riaperture a fine mese»

La speranza in queste ore è alimentata anche dalle dichiarazioni del premier Conte, nell’ambito di un’intervista rilasciata all’emittente britannica Bbc. «Se gli scienziati danno il loro assenso – ha affermato il capo del Governo -, potremmo cominciare ad allentare alcune misure già alla fine di aprile». Tuttavia, ha spiegato, non sarà abbassata la guardia e le riaperture avverranno solo gradualmente. «L’Italia sta soffrendo – ha sottolineato Conte -. Il dolore per le ferite subite dal Paese e dagli italiani durante l’epidemia di coronavirus è sempre con me ed è motivo di profonda tristezza per le vite perdute».

Il Governo intanto è già al lavoro per il nuovo Dpcm che dovrà entrare in vigore subito dopo Pasquetta. Sicuramente sarà mantenuto il lockdown, dunque chiusure e restrizioni negli spostamenti.

 

La posizione di Confindustria

Sul piede di guerra gli industriali: «Se le quattro principali regioni del Nord che rappresentano il 45% del PIL italiano non riusciranno a ripartire nel breve periodo, il Paese rischia di spegnere definitivamente il proprio motore e ogni giorno che passa rappresenta un rischio in più di non riuscire più a rimetterlo in marcia», lo scrivono al Governo in una nota congiunta Confindustria Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte. La loro richiesta è quella di concretizzare la fase 2, disegnando una roadmap per una riapertura ordinata e in piena sicurezza del cuore del sistema economico del Paese.

 

L’Oms frena: «Virus ancora in circolo»

L’Organizzazione mondiale della sanità però frena: non è ancora il momento di passare alla fase 2, non c'è ancora una diminuzione netta dei contagi ma solo un rallentamento, spiegano, e riaprire ora è difficile. Posizione sostenuta ieri, alla conferenza stampa della Protezione civile, anche da Ranieri Guerra, direttore generale aggiunto dell'Oms: «La circolazione del virus in un certo modo è stata rallentata, ma può risalire in qualsiasi momento. Rilasciare ora credo sia assolutamente deleterio e può vanificare tutti i sacrifici e le misure adottate. Siamo a un passo dal vedere una prospettiva di vittoria, ma non significa che abbiamo vinto. Al contrario, è il momento di serrare le fila. Continuare con le stesse misure avrà un'efficacia sempre maggiore». Anche perché «c'è un serbatoio di asintomatici che continua a garantire il circolare del virus. Si potrebbe pensare ad un allentamento delle misure per classe di lavoro, tipologia geografica e classe di età, ma con un occhio ad una diminuzione marcata di questa curva che ancora non c'è. E non credo che il governo italiano voglia procedere alla riapertura senza pensare a questo rischio».

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