Altro che luci rosse: ora Ilona Staller impugna il codice civile. Dopo il taglio definitivo ai vitalizi degli ex parlamentari, l’ex deputata e pornostar annuncia una causa. L’avvocato tuona: «Violazione storica della legge». E spunta un giallo da 48 milioni...
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Vincenzo Landi
Se pensavate che Ilona Staller, in arte Cicciolina, fosse ormai un ricordo vintage degli anni Ottanta, con le sue campagne elettorali in topless e le crociate per il sesso libero in Parlamento, preparatevi a ricredervi. Perché oggi Cicciolina è di nuovo in guerra. Ma non contro la censura o l’ipocrisia. Stavolta l’obiettivo è Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle ed ex presidente del Consiglio. Colpevole – secondo lei – di aver applaudito il colpo di grazia ai vitalizi. E lei, che di colpi ne ha presi (e dati) parecchi nella vita, non ci sta.
Il pretesto? La decisione del Collegio d’appello della Camera, che ha confermato la legittimità del taglio ai vitalizi per oltre 800 ex deputati. Fine del sogno per chi sperava in una restaurazione del vecchio assegno. E inizio dell’ira funesta per chi, come Cicciolina, in quel vitalizio ci vedeva non solo un diritto, ma quasi una missione.
“Farò causa a Conte e al Collegio d’appello – ha annunciato senza giri di parole –. Voglio giustizia”. Accanto a lei, l’avvocato Luca Di Carlo, un legale che sembra uscito da un legal drama americano in versione hard. “È la più grande violazione di legge mai esistita – tuona –. Hanno ignorato la Costituzione, i diritti soggettivi e anche l’interesse dello Stato”. Un’accusa sobria, per cominciare.
E non finisce qui. Perché il duo Staller–Di Carlo minaccia azioni davanti agli organi “di giustizia nazionale e sovranazionale”. Cioè: si va in Europa, se serve anche alla Corte marziana dei diritti dei vitalizi. Intanto, però, chiedono un incontro ufficiale con Lorenzo Fontana, presidente della Camera, e avviano un’indagine parlamentare su un altro dettaglio succulento: che fine hanno fatto i 48 milioni di euro accantonati per eventuali risarcimenti agli ex onorevoli? “Spariti”, dicono. E già si grida al giallo da thriller contabile.
Ma torniamo al punto: Cicciolina contro Conte. Il leader pentastellato, per il legale della Staller, avrebbe politicizzato una decisione che doveva essere solo tecnica. Avrebbe aizzato l’opinione pubblica contro gli ex parlamentari, colpevoli solo di voler indietro i loro soldi. “È stata una vittoria politica per Conte, ma una sconfitta per la legalità”, denuncia Di Carlo. E già si intravede l’ombra di un processo surreale, dove al posto della toga potrebbe esserci un costume di scena (in latex, magari).
E lei? Cicciolina, che ha sempre avuto il dono della teatralità, gioca la carta più imprevedibile: “Io amo il popolo italiano. E voglio donare i miei vitalizi in beneficenza”. Capito, Giuseppe? Lei non li vuole per sé. Li vuole per il popolo. E se sei un vero statista, caro Conte, dovresti fare lo stesso con il tuo stipendio, dice lei. “Anzi: invito anche gli altri ex parlamentari a seguirmi. Se amano davvero il popolo italiano”. Messaggio ricevuto.
La notizia, ovviamente, ha fatto il giro delle redazioni in mezza giornata. C’è chi l’ha liquidata come una boutade, chi come un’operazione nostalgia, chi come una mossa disperata per riconquistare visibilità. Ma sotto la patina glitterata dell’ex diva a luci rosse, resta una questione non banale: i diritti acquisiti, la coerenza dello Stato, e la confusione tra morale e legalità. È giusto che chi ha versato contributi da parlamentare veda cancellato il proprio vitalizio per decreto? O stiamo giocando alla ghigliottina democratica per fare applausi sui social?
Nel frattempo, l’unico a non aver risposto è proprio lui: Conte. Silenzio totale. Nessuna replica pubblica, nessun commento. Forse per prudenza. O forse perché – diciamolo – non dev’essere facile gestire una crisi politica con Cicciolina che ti mette nel mirino.
In attesa che la causa venga depositata, restano le immagini e le dichiarazioni. E il sospetto che, ancora una volta, la commedia all’italiana si stia recitando nelle aule del potere. Con un cast improbabile e uno script che, onestamente, nessuno sceneggiatore avrebbe mai osato scrivere.