Coronavirus, in Vietnam un’intera città in quarantena. Decessi raddoppiati

Schizza a 1.350 il numero delle vittime. Nuovi contagi negli Usa. In Italia, invece, sono stati dimessi i venti turisti cinesi ricoverati in via precauzionale allo Spallanzani di Roma 

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13 febbraio 2020
10:08

Un'intera città di 10mila abitanti, Son Loi, vicino ad Hanoi, in Vietnam, è stata messa in quarantena per timori relativi alla diffusione del coronavirus. Le misure di prevenzione sono entrate in vigore oggi.

 


Il ministero della Salute vietnamita ha spiegato che «stiamo ordinando una quarantena di per 20 giorni perché nella cittadina sono stati segnalati 5 casi di infezione da Covid-19». In Vietnam sono 15 le persone finora colpite dal virus.

 

Intanto sale a 1.350 il numero di morti per coronavirus in Cina, 1.310 nella sola provincia dell’Hubei, con 242 nuovi decessi. Lo hanno reso noto le autorità locali.

 

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Decessi raddoppiati

I nuovi casi confermati dalle autorità dello Hubei, la regione epicentro del contagio, sono improvvisamente schizzati a 14.840 rispetto ai 1.600 del giorno precedente, di gran lunga il balzo più alto dall’inizio della crisi sanitaria, portando il totale a quasi 60mila.

 

Mentre i decessi sono più che raddoppiati in un solo giorno, da 94 a 242, portando il totale a 1.310 nella sola provincia di Hubei. Attenzione però. Alla base di questa impennata, hanno spiegato le stesse autorità sanitarie, c’è un cambiamento nei criteri di valutazione dei malati, garantendo una maggiore discrezionalità ai medici nel decidere se un paziente è infetto. Si tratta di «casi diagnosticati clinicamente» anche per agevolare un più rapido accesso alle cure.

Dubbi sui numeri

Ci sarebbero stati dei limiti che hanno portato ad una sottostima del numero di casi effettivi Covid-19 (prima quei pazienti erano classificati solo come «sospetti») tra cui la mole dei pazienti, la scarsità di kit e perché in diversi casi il tampone si è anche rivelato poco affidabile, rilevando l’infezione solo dopo diversi prelievi.

 

Probabilmente anche il numero di decessi legate allo stesso coronavirus potrebbe mostrare delle defezioni. È possibile che in caso di morte di un paziente con sintomi, ma senza tampone positivo, il suo decesso non fosse conteggiato tra quelli dell’epidemia, cosa che invece avviene da oggi e spiega l’improvviso balzo nei decessi.


Questo però non significa che l’epidemia stia accelerando o che la flessione registrata nei giorni scorsi, non solo nello Hubei ma anche in altre parti della Cina, fosse un semplice errore statistico. I dati delle ultime settimane scorsi restano comunque «coerenti» tra loro, pur se sottostimati.

 

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Oms: «troppo presto per prevedere fine epidemia»

L'Oms avverte: «troppo presto» per prevedere la fine dell'epidemia mentre la Cina ribadisce all'Onu: «Da noi apertura, trasparenza e responsabilità». Per via delle troppe defezioni, salta il Mobile World Congress di Barcellona. Rinviato il Gp di Cina di F1. Su Tokyo 2020 aleggia lo spettro del virus, ma il Ceo assicura: «Nessuno spostamento».

Rimossi i capi del Partito comunista cinese

A Pechino sono stati rimossi i capi del partito comunista cinese della provincia di Hubei e della città di Wuhan, epicentro dell'epidemia di coronavirus. Lo ha reso noto l'emittente Cctv, sottolineando che i due potrebbero aver cercato di nascondere le notizie iniziali sulla diffusione del virus.

 

Come spiega la Xinhua, il segretario del partito comunista di Hubei, Jiang Chaoliang, 61 anni, è stato sostituito da Ying Yong, 61, già sindaco di Shanghai. Il Global Times riferisce che anche il capo del partito comunista cinese di Wuhan, Ma Guoqiang, 56 anni, è stato rimosso e sostituito con Wang Zhonglin, 57, segretario del partito di Jinan, capoluogo della provincia di Shandong.

Le autorità di Pechino hanno rimosso anche il responsabile dell'Ufficio per gli Affari di Hong Kong e Macao dal 2017, Zhang Xiaoming, in relazione alla diffusione del coronavirus. Lo rende noto il ministero delle Risorse umane, spiegando che al suo posto è stato nominato Xia Baolong, dal 2018 vice presidente della Conferenza consultiva politica del popolo cinese e stretto alleato del presidente cinese Xi Jinping.

Dimessi i 20 turisti cinesi ricoverati allo Spallanzani

A Roma sono stati dimessi dopo 14 giorni di quarantena i venti turisti cinesi ricoverati in via precauzionale allo Spallanzani perché facevano parte della comitiva della coppia tuttora in ospedale. Il loro autobus era stato recuperato a Cassino.

L'odissea della Diamond Princess

Altre 44 persone a bordo della nave da crociera Diamond Princess, in quarantena al largo di Yokohama, in Giappone, sono risultate positive ai test sul coronavirus. Il totale di persone che hanno contratto il virus a bordo della nave da crociera sale a 174. Ma intanto l'operatore della nave, a bordo della quale ci sono 35 italiani, ancora tutti immuni, ha assicurato che la quarantena si concluderà il 19 febbraio.

Nuovi contagi negli Usa

Intanto è stato confermato un nuovo caso di coronavirus cinese in California. Secondo quanto reso noto dalle autorità sanitarie Usa si tratta di uno dei cittadini americani evacuati da Wuhan, in Cina, che si trova ora nella base dei marine Miramar nella contea di San Diego. È il 14esimo caso di coronavirus negli Usa, l'ottavo in California.

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