Il paradosso

Covid, i prof no vax tornano a scuola ma non in classe: «Pagati per non lavorare»

Con la fine dello stato di emergenza, agli insegnanti che non sono ancora vaccinati sarà consentito varcare l'ingresso degli istituti scolastici ma, in base al nuovo decreto, non potranno avere contatto con gli alunni

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di Redazione
26 marzo 2022
20:11

Dal prossimo Primo aprile gli insegnanti che non si sono ancora vaccinati potranno varcare l’ingresso della propria scuola, ma non potranno però ancora tornare a insegnare. È polemica sul rientro al lavoro dei prof no vax, i quali possono ora sì accedere agli istituti con il solo tampone, ma senza entrare a contatto con gli studenti.

Le indicazioni contenute nell’ultimo decreto Covid, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, prevedono fino al 15 giugno l’obbligo vaccinale per tutto il personale scolastico, che si tratti di docenti, Ata o collaboratori scolastici. Ma la fine dello stato di emergenza fa comunque venir meno l’obbligo del Super Green pass per accedere all'interno delle sedi scolastiche. Per tale movitvo gli insegnanti e il personale educativo no-vax potrà essere autorizzato a svolgere attività di supporto all’istituzione scolastica, ma non potrà ancora mettere piede nelle classi per insegnare.


Infatti, secondo il decreto, i docenti no-vax possono certamente rientrare all’interno delle scuole ma andranno però adibiti ad altre mansioni che non siano l'insegnamento e che non prevedano contatto con gli alunni. 

Laddove non risulti effettuato il vaccino anti Covid o la presentazione  della  richiesta di vaccinazione, nelle modalità stabilite nell’ambito della campagna vaccinale in atto, il personale docente ed educativo sarà invitato a produrre, entro 5 giorni, la  documentazione comprovante «l’effettuazione della vaccinazione oppure l’attestazione relativa all’omissione o al  differimento della  stessa, ovvero la presentazione della richiesta di vaccinazione da eseguirsi in un termine non superiore a venti  giorni dalla ricezione dell’invito, o comunque l’insussistenza dei presupposti per l’obbligo vaccinale», si legge nel decreto. In caso di mancata presentazione della documentazione e quindi di inosservanza dell’obbligo vaccinale il personale docente ed educativo non adempiente sarà utilizzato in attività di supporto all’istituzione scolastica. Non andrà, dunque, in classe.

L'ira dei presidi

«È molto difficile, a scuola, stabilire quali siano le mansioni non a contatto con i ragazzi», osserva il presidente dell'Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli. I docenti non vaccinati, «Gli stessi impiegati di segreteria e i bidelli entrano a contatto con gli alunni. C'è una volontà di normalizzare la situazione di chi non si è vaccinato; gli si paga lo stipendio per non lavorare, dando mansioni sostanzialmente inesistenti», aggiunge il presidente dell'Associazione presidi.

«Tutto questo – afferma Giannelli - viene fatto con risorse sottratte al Fondo da dividere tra tutti e che dovrebbe servire ad aumentare lo stipendio dei docenti. Anche il messaggio che passa è che chi non vuole rispettare le regole alla fine l'ha vinta. Sono riusciti a fare proprio un bel capolavoro».

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