Covid, test sull'uomo per il vaccino italiano Takis. Il primo volontario: «Tutti possiamo aiutare»

Il giovane, cuoco di professione, ha ricevuto la somministrazione presso l’ospedale San Gerardo di Monza: «Sono fiero di aver preso parte ad un progetto così importante»

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di Redazione
2 marzo 2021
06:20
Al centro, Luca Rivolta (foto ansa)
Al centro, Luca Rivolta (foto ansa)

Luca Rivolta, 21 anni, cuoco, è il primo volontario ad aver ricevuto ieri mattina all'Ospedale San Gerardo di Monza, la dose iniziale del vaccino tutto italiano contro il Covid-19, ideato da Takis e sviluppato in collaborazione con Rottapharm Biotech.

«Sono fiero di aver preso parte ad un progetto così importante e spero di poter dare una mano a tutti avendo testato questo vaccino» ha spiegato il giovane, confessando di aver avuto un pizzico di timore, subito superato dalla professionalità dei medici che l'hanno assistito.


«Ho deciso di partecipare perché, a mio avviso, in questo periodo tutti devono dare una mano e cercare di limitare i danni e infatti si sono proposte molte altre persone oltre a me - ha detto ancora -. Al momento mi sento molto bene fisicamente, solo un po' di rossore nel punto in cui sono stato vaccinato all'inizio, ma poi nessun altro problema». Se la sperimentazione andrà a buon fine, il vaccino potrebbe essere disponibile nei primi tre mesi del 2022, come ha confermato il professor Lucio Rovati, presidente e direttore scientifico di Rottapharm Biotech.

Sono stati 1.200 finora, i volontari che si sono fatti avanti per poter sperimentare questo nuovo siero, che per la prima volta in Europa viene somministrato attraverso il dna, utilizzando il sistema dell'elettroporazione, ovvero una lievissima scossa data da una speciale pistola, che permette di rompere il dna, facendo sì che la produzione di proteine e quindi il richiamo di anticorpi sia più rapido.

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