Resa dei conti

Di Maio pronto a uscire dal M5s, Grillo gli apre la porta: «Via chi non crede più alle regole del gioco»

Alla Camere e al Senato è partita la raccolta firme per nuovi gruppi. A Montecitorio serve un minimo di 20 deputati mentre a Palazzo Madama 10 ma il diverso regolamento potrebbe impedire la costituzione di una formazione autonoma. Il post del Garante del Movimento

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di Redazione
21 giugno 2022
16:08
Luigi Di Maio
Luigi Di Maio

Potrebbero essere le ultime ore di Luigi Di Maio nel Movimento 5 stelle, di cui è stato anche il capo politico. A Montecitorio, infatti, si stanno raccogliendo le firme dei deputati che si riconoscono come vicini Di Maio per la costituzione di un gruppo parlamentare autonomo alla Camera.

L'iniziativa, secondo quanto riferisce l’Ansa, sarebbe annunciata tra oggi e domani. Per costituire un gruppo a Montecitorio servono 20 deputati in base al regolamento.


Stesso copione al Senato, dove sarebbero «più di una decina» i senatori del M5s vicini a Luigi Di Maio che hanno già firmato per la costituzione di una componente autonoma. Il regolamento del Senato prevede che per la costituzione di un gruppo parlamentare servano almeno dieci senatori.

Tuttavia, i dimaiani rischiano di non poter costituire un gruppo: l'art. 14 dice, infatti che i gruppi devono “rappresentare un partito o movimento politico che abbia presentato alle elezioni del Senato propri candidati con lo stesso contrassegno, conseguendo l'elezione di Senatori”.

In mattinata Beppe Grillo in un post sul suo blog aveva scritto: «La luce del sole è il miglior disinfettante. Luce sia, dunque, sulle nostre ferite, sulla palude e sull'oscurità. Qualcuno non crede più nelle regole del gioco? Che lo dica con coraggio e senza espedienti. Deponga le armi di distrazione di massa e parli con onestà».

L’uscita di Di Maio dal Movimento sarebbe diretta conseguenza dello scontro Giuseppe Conte, che negli ultimi giorni è sembrato prendere la distanza da un sostegno incondizionato all’Ucraina, esprimendo perplessità sull’invio di nuove armi. Parole duramente stigmatizzate dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che ha paventato rischi per l’Italia nel caso in cui dovessero consolidarsi posizioni anti-atlantiste nel M5s.

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