Emanuela Orlandi, da documenti inediti spunta la pista dello zio. Il fratello Pietro: «Vogliono scaricare responsabilità sulla famiglia»
Si tratta di lettere in cui emergerebbero le presunte molestie che Natalina, la sorella maggiore della ragazza scomparsa, avrebbe raccontato di aver subito da un parente ora deceduto
Nuovo colpo di scena nel caso di Emanuela Orlandi. Secondo quanto ha rivelato il TgLa7, in Vaticano sarebbero emersi documenti che potrebbero portare a una nuova ipotesi sulla scomparsa della ragazza, su cui stanno attualmente indagando sia l'ufficio del Promotore di giustizia della Santa Sede che la procura di Roma.
In particolare, si tratta di un carteggio tra l'allora cardinale Segretario di Stato Vaticano Agostino Casaroli e un sacerdote sudamericano a lungo consigliere spirituale e confessore della famiglia della ragazza. Lo scambio risale al settembre 1983 e riguarderebbe presunte molestie che Natalina, la sorella maggiore di Emanuela, avrebbe raccontato di aver subito da uno zio ora deceduto. Secondo il Tg di Enrico Mentana, Natalina avrebbe messo queste dichiarazioni «a verbale nell’interrogatorio – mai emerso dagli atti – reso a un magistrato di Roma».
«Il ritrovamento delle due lettere non è direttamente un atto di accusa verso lo zio di Emanuela, ormai scomparso. Ma spalanca uno scenario aperto solo in parte, e non si sa perché non coltivato, quando le indagini erano state tolte al sostituto procuratore Margherita Gerunda per essere affidate al suo collega Domenico Sica», spiega il Tg La7.
«I titolari dei due fascicoli d’indagine - si aggiunge nel servizio trasmesso dal Tg diretto da Enrico Mentana - sono rimasti molto colpiti al momento del raffronto tra il volto di Mario Meneguzzi (lo zio) e l’identikit tracciato dal vigile e dal poliziotto che riferirono di aver visto, la sera della scomparsa, un uomo a colloquio con Emanuela appena uscita dalla scuola di musica vicino al Senato. Come vedete, una somiglianza che avrebbe imposto approfondimenti immediati. Ci sono stati?», la domanda alla quale si tenterà ora di rispondere.
La rabbia di Pietro Orlandi
«Sono arrabbiato, furioso. Hanno passato il limite come non mai e con l'avvocato Sgrò sto organizzando per domani (oggi, ndr) una conferenza stampa. Non possono scaricare le responsabilità di tutto su una famiglia... Non pensano ai parenti, ai figli? No, questa carognata non può passare così». Così, all'Adnkronos, commenta la notizia Pietro Orlandi, fratello di Emanuela.
«Nessuno ha chiamato né me, né mia sorella, né i figli di mio zio. Non siamo stati chiamati dalla Procura di Roma - ribadisce - da nessuno. Mi auguro che questa commissione parlamentare parta e svergogni chi oggi miserabilmente ci ha infangato», conclude Pietro che annuncia l'intenzione di chiedere di «incontrare privatamente Papa Francesco».
«Ho saputo di questo carteggio guardando il telegiornale, nessuno ha avuto il pensiero di avvisare di una notizia del genere. In una conferenza stampa, avremo modo di spiegare il nostro pensiero su tutto questo», dice quindi all'Adnkronos l'avvocato Laura Sgrò. La famiglia Orlandi ha indetto per oggi alle 16 la conferenza stampa presso la sede dell'Associazione della Stampa Estera riguardo alle notizie emerse "in relazione a vicende che vedrebbero coinvolti un familiare nella sparizione di Emanuela Orlandi". Saranno presenti Pietro Orlandi, Natalina Orlandi e l’avvocato Laura Sgrò.