Il consolidamento bancario che coinvolge Generali, Mediobanca, Montepaschi, Bpm, Unicredit, Bper e Popolare di Sondrio rappresenta un passaggio chiave per il futuro del credito in Italia. Le dinamiche in corso potrebbero orientare il sistema in senso più nazionalista o più europeista, influenzando profondamente la direzione dell’economia italiana e il posizionamento del Paese nel contesto comunitario.

Il recente affondo di Unicredit, che ha presentato un’offerta pubblica su Bpm, ha rimesso in discussione gli equilibri immaginati da una parte della maggioranza. L’intervento del governo, attraverso l’applicazione del golden power, ha spinto Unicredit a ricorrere al Tar.

Panetta e la posizione istituzionale di Bankitalia

Domani il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, terrà le sue attese considerazioni finali, in un momento particolarmente delicato per l’economia e la finanza italiane. Sebbene non siano previste dichiarazioni di merito sul risiko bancario, alcuni passaggi impliciti potranno offrire letture significative.

Panetta ha già chiarito la linea dell’Istituto: "La Banca d’Italia non si è dimenticata" delle fusioni bancarie, ma "non può commentarle come se fosse a un talk show". In un dossier ormai diventato politico, Bankitalia intende rafforzare il proprio rispetto istituzionale, lasciando ogni giudizio puntuale alle autorità competenti europee.

Tensioni nella maggioranza e il richiamo all’interesse nazionale

Le frizioni sul golden power agitano la politica. Alla domanda su possibili tensioni interne alla maggioranza, il leader della Lega Matteo Salvini liquida la questione con un "no, no", ribadendo che tutto si muove nell’"interesse nazionale".

Diversa la posizione del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che solo ieri ha dichiarato: "Se ci fosse un disallineamento con Palazzo Chigi sul golden power, non troverete l’annuncio delle dimissioni, troverete le dimissioni".

Il ruolo delle istituzioni europee

Bankitalia osserva la vicenda con attenzione, ma senza intervenire. Le valutazioni di merito sul golden power spettano alle autorità europee, non a Panetta. La Banca Centrale Europea vigila su patrimonio, governance e liquidità, mentre la Commissione europea si occupa delle regole sulla concorrenza, con cui il Ministero dell’Economia è già in dialogo.

Panetta, nel suo intervento, si limiterà probabilmente a sottolineare i principi generali: stabilità del sistema, patrimonializzazioni robuste, liquidità da difendere e sostegno al credito per l’economia reale.

La nuova ondata di protezionismo americano

Se sul dossier bancario il tono sarà istituzionale e misurato, diverso sarà il registro con cui Panetta affronterà la questione dazi Usa. L’offensiva commerciale lanciata da Donald Trump, che potrebbe colpire l’export europeo, è una variabile destabilizzante per economia, finanza e moneta.

Il ritorno dei dazi sarà certamente uno dei temi centrali dell’intervento del governatore, anche alla luce del contesto globale segnato da instabilità geopolitica e timori macroeconomici crescenti.

Economia italiana in equilibrio precario

Nel mezzo di questi scenari, si colloca l’economia italiana. La Banca d’Italia ha recentemente rivisto al ribasso la crescita prevista per il 2025, portandola allo 0,6%, segnalando al contempo rischi significativi all’orizzonte.

I conti pubblici, pur tornati in surplus primario, restano sotto pressione per via dell’elevato debito. Un tema che da anni ricorre nelle considerazioni finali e che, ancora una volta, sarà al centro del discorso. La recente promozione dell’outlook da parte di Moody’s aiuta, ma non risolve.

Inflazione, potere d’acquisto e politica monetaria

L’inflazione è rientrata, ma il potere d’acquisto delle famiglie resta indebolito. Sul fronte della politica monetaria, domani Panetta userà toni sobri, a causa del silenzio imposto ai membri del board della Bce nella settimana precedente alla riunione del 4 giugno.

Tuttavia, il mercato si aspetta che la Bce tagli i tassi al 2% e che possa adottare una politica più espansiva nei prossimi mesi. Se così sarà, si tratterà di una vittoria per la linea “colomba” sostenuta dallo stesso Panetta all’interno del board di Francoforte.

La sfida delle stablecoin e il rischio di rottura con l’Europa

Panetta ha sempre messo in guardia dai rischi di instabilità globale legati alle criptovalute. Il progetto di Trump di sostenere il dollaro con le stablecoin è considerato pericoloso da Bankitalia: potrebbe portare a una frattura con l’Europa sul fronte normativo.

È anche per questo che la Bce, spinta proprio da Panetta ai tempi del suo incarico a Francoforte, lavora sul progetto di euro digitale. Una risposta europea ai tentativi americani di riscrivere le regole della finanza globale.

Vigilanza, credito non bancario e nuove minacce alla stabilità

A completare il quadro, ci sono le regole bancarie prudenziali concordate dopo la crisi finanziaria, che oggi rischiano di essere messe da parte dagli Stati Uniti, esercitando una pressione crescente sull’architettura di vigilanza europea.

Infine, Panetta dedicherà uno spazio ai rischi di stabilità finanziaria legati al credito non bancario, un ambito ancora poco regolato ma in forte espansione, e potenzialmente vulnerabile in caso di shock sistemici.