Governo sul baratro, il richiamo di Conte: «Rimango se con dignità»

Il premier pronuncerà il suo discorso agli italiani deciso ad evitare un’imminente frattura istituzionale. In caso di mancato accordo si prospettano nuove elezioni a settembre

di Redazione
3 giugno 2019
10:19
Giuseppe Conte
Giuseppe Conte

Il Governo viaggia da tempo sul binario della precarietà diretto verso una destinazione incerta e su cui nessuno, ormai, può più assicurare: il premier Giuseppe Conte ne è ben consapevole, tanto da aver programmato un discorso agli italiani. Un richiamo che il presidente del Consiglio pronuncerà dopo ore di silenzio, incagliato com’è tra i due vicepremier, Matteo Salvini deciso a usare la forza del suo 34% e Luigi Di Maio, ancora frenato dall'elaborazione della sconfitta.

Conte, tuttavia, si avvia a parlare agli italiani forte di un consenso registrato anche alla fine della parata del 2 giugno, in cui la folla lo avvicinava per chiedergli un selfie, invitandolo a non mollare. In questa fase, il premier si avvale anche del supporto di Papa Francesco, che di ritorno dalla Romania lo definisce uomo «intelligente, che sa di cosa parla». 


«Responsabilità e dignità»

Nel discorso Conte ricorderà le cose fatte in quest'anno dal governo. Responsabilità e dignità saranno due parole chiave. Dove per responsabilità si intende, soprattutto, attenzione ai dossier, alle cose da fare piuttosto che ad una campagna elettorale permanente. Nella dignità, invece, il premier potrebbe individuare la condizione fondamentale per la prosecuzione dell'era giallo-verde. Il quadro, invero, è fosco.

In ogni caso, se ne parlerà venerdì prossimo, se va bene, il primo giorno utile per convocare un consiglio dei ministri la cui presenza in agenda latita, ormai, da ben due settimane prima del 26 maggio. Un vertice a tre - con conseguente Cdm, anche perché fino a giovedì Salvini sarà impegnato nella campagna per i ballottaggi, possibile trampolino di lancio nella strategia leghista per capire anche cosa fare del governo.

La tensioni di Governo

Nell’attesa del Cdm, la politica rimane con il fiato sospeso all’interno di una continua rissa tra Salvini e Di Maio, Lega e 5Stelle, che non solo non si è mai fermata, ma è ripresa peggio di prima. Non a caso, l'affondo del presidente della Camera Roberto Fico sul 2 giugno («lo dedico a migranti e Rom») oltre ad aver irritato il Carroccio ha fatto imbufalire di non poco il leader del M5S, facendo riemergere la frattura tra governisti e ortodossi.

Persino l’incidente della nave MSC crociere a Venezia è diventata una polemica politica: Salvini ha attaccato il MIT (cioè il ministro delle Infrastrutture e Trasporti), Toninelli ha risposto piccato, ci si è messo pure Costa, titolare dell’Ambiente, e via così.

Del resto, nei gruppi M5S la sensazione che ormai Salvini abbia deciso per il voto è palpabile. «Si vota il 29 settembre? No, prima», è la battuta che circola in queste ore. Al Quirinale, però, l'ipotesi è valutata con serietà. In caso di crisi il percorso sarà lineare, con consultazioni e, in caso di mancato accordo, indizione di nuove elezioni. Quando? A settembre, ovvero con ragionevole anticipo rispetto ad una manovra che si prospetta complicatissima.

Spread oltre i 290 punti

Nell’attesa della conferenza stampa del presidente del Consiglio Giuseppe Conte lo spread, questa mattina, parte al rialzo.

Il capo del governo, a mercati chiusi, dovrebbe chiedere ufficialmente ai propri alleati il mandato per portare avanti una trattativa che scongiuri la procedura di infrazione che la Commissione europea si prepara ad avviare mercoledì, dopo l'infruttuoso  scambio di lettere sull'asse Roma-Bruxelles. Il differenziale in mattinata cresce a 289 punti dopo aver  toccato in avvio i 291 con il rendimento del titolo decennale al 2,68%.

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