Ilva Taranto, ArcelorMittal lascia: «Troppe incertezze». 15mila posti a rischio

L’accordo era stato chiuso il 31 ottobre 2018 ma oggi il gigante dell'acciaio ha notificato ai commissari straordinari dell’azienda la volontà di non voler portare avanti le trattative

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di Redazione
4 novembre 2019
17:12

Il gigante dell’acciaio angloindiano ArcelorMittal ha notificato ai commissari straordinari dell'azienda la volontà di rescindere l'accordo per l'affitto e il successivo acquisto condizionato dei rami d'azienda di Ilva secondo la trattativa chiusa il 31 ottobre 2018.

«Secondo i contenuti dell'accordo» del 31 ottobre 2018 ArcelorMittal «ha chiesto ai commissari straordinari di assumersi la responsabilità delle attività di Ilva e dei dipendenti entro 30 giorni dal ricevimento della comunicazione ». I ministri Stefano Patuanelli (Sviluppo Economico), Giuseppe Luciano Provenzano (Sud), Sergio Costa (Ambiente) in queste ore stanno discutendo in un incontro al Mise sul futuro del gruppo Ilva. Al vertice - secondo quanto risulta all'Ansa - potrebbe aggiungersi il ministro dell'economia Roberto Gualtieri.



«Situazione di incertezza giuridica»


Oltre al mancato scudo legale e ai provvedimenti del tribunale di Taranto, argomenta ArcelorMittal, anche «altri gravi eventi, indipendenti dalla volontà di ArcelorMittal, hanno contribuito a causare una situazione di incertezza giuridica e operativa che ne ha ulteriormente e significativamente compromesso la capacità di effettuare necessari interventi presso Ilva e di gestire lo stabilimento di Taranto». «Tutte le descritte circostanze attribuiscono alla Società anche il diritto di risolvere il Contratto in base agli applicabili articoli e principi del codice civile italiano».


I sindacati sono allarmati


«Apprendiamo la notizia della volontá di ArcelorMittal di comunicare ai commissari la volontà di recedere il contratto. Significa che partono da oggi i 25 giorni per cui lavoratori e impianti ex Ilva torneranno all'Amministrazione straordinaria. Tra le motivazioni principali, il pasticcio del Salva-imprese sullo scudo penale. Un capolavoro di incompetenza e pavidità politica: non disinnescare bomba ambientale e unire bomba sociale», afferma il segretario nazionale della Fim Cisl Marco Bentivogli.

 

La decisione di ArcelorMittal è «inaccettabile. L'incontro con il governo, che chiediamo da settimane, diventa ormai urgentissimo», afferma la segretaria generale della Fiom-Cgil, Francesca Re David, in una nota. «Una scelta che assume un carattere grave per le conseguenze industriali, occupazionali e ambientali. È da tempo che noi evidenziamo forti preoccupazioni rispetto alla realizzazione dell'accordo. Il comportamento del governo è contraddittorio: con il Conte 1 ha introdotto la tutela penale parallela agli investimenti e con il Conte 2 ha cancellato la stessa norma dando all'azienda l'alibi per arrivare a questa decisione», sostiene Re David. Da parte sua «l'azienda deve chiarire quali siano sue intenzioni rispetto dell'accordo e al piano di investimenti. In occasione dell'incontro fissato per stasera con la presidenza del Consiglio, la Cgil porrà la questione dell'ex Ilva come una priorità», conclude la leader della Fiom.

 

Il Pd chiede al premier di convocare subito l'azienda


«Sulla vicenda Ex Ilva - afferma Pietro Bussolati della segreteria nazionale - esprimiamo tutta la nostra preoccupazione e lo sconcerto per l'annuncio da parte di Arcelor Mittal del disimpegno sull'azienda. Non si perda tempo: il presidente Conte convochi immediatamente Arcelor Mittal. Non si scherza con i lavoratori e con l'ambiente: pretendiamo serietà e e rispetto».

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