Pd e M5s trattano ma il doppio forno con la Lega torna a fumare

Il dialogo per il nuovo governo continua tra alti e bassi: lo scoglio maggiore è la richiesta di Di Maio di un Conte bis che invece Zingaretti non vuole. Intanto la fronda leghista nel Movimento spinge per tornare con Salvini

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di Redazione
24 agosto 2019
12:05

«Con la delegazione del M5S abbiamo stabilito un percorso per arrivare ad un accordo di governo serio e responsabile. Il confronto va avanti esattamente nelle modalità stabilite. Siamo convinti che, senza ultimatum e senza veti, riusciremo a dare un governo al Paese». Lo afferma il presidente dei senatori Pd Andrea Marcucci.

«La trattativa la gestisce Zingaretti, sulla base della linea stabilita in direzione, ed è lui ad aver detto no all'ipotesi di un governo Conte bis». Così, invece, Maria Elena Boschi avvicinata dall’Ansa al Ciocco, in Garfagnana, nell'ultimo giorno della scuola di politica di Matteo Renzi, risponde ad una domanda su un reincarico al premier dimissionario Giuseppe Conte, posto ieri da Luigi Di Maio a Nicola Zingaretti come condizione per un governo M5s-Pd.


 

Dal canto loro, i Cinquestelle continuano a chiedere un Conte bis per il nuovo esecutivo giallo-rosso. Un’accelerazione rischiosissima alla trattativa iniziata solo poche ore fa con l'incontro tra i capigruppo a Montecitorio. E lo fa attraverso il primo faccia a faccia tra i leader, Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti. Con il segretario Dem che non intende rompere ma gli replica seccamente che serve «un governo di svolta, non per una questione personale, ma per rimarcare una necessaria discontinuità» con l'esecutivo giallo-verde. Che non sia rottura però lo si capisce dalla nota della segreteria di Zingaretti che conferma come Di Maio abbia posto una condizione sul nome di Giuseppe Conte ma definisce il colloquio «cordiale» rimandando ad un altro incontro nelle prossime ore. Secondo alcune fonti il leader M5s avrebbe chiesto una risposta veloce sul nome di Conte, al massimo 24 ore.

Secondo altre ci sarebbero spazi di mediazione ancora da approfondire. Serata ad altissima tensione, quindi. Che vedrà impegnati i Dem in una complessa discussione che alla velocità della luce è passata dal programma ai nomi. Naturalmente motore di questa accelerazione è stato Beppe Grillo che oggi si è manifestato ruvidamente proprio all'avvio di questa complicata trattativa.«Giuseppe Conte non si lancia in strambe affermazioni, mostra e dimostra un profondo senso di rispetto per le istituzioni, insieme ad una chiara pacatezza ricca di emozioni normali, senza disturbi della personalità. La politica è mediazione o mediocrizzazione?», ha scritto Grillo sul suo blog. Un endorsement pesante che non poteva essere ignorato dal Movimento. Ma la trattativa è appena avviata e forse il nodo Conte potrebbe essere superato nelle prossime ore in un altro passaggio di questa stranissima crisi.

 

Intanto, però, si fanno sempre più insistenti le voci di un concreto riavvicinamento tra Cinquestelle e Lega. I più contrari all’ipotesi di un’alleanza di governo con il Pd sono Alessandro Di Battista, Gianluigi Paragone e Stefano Buffagni, la cosiddetta “fronda leghista”. Una riedizione del governo gialloverde sarebbe più di una semplice ipotesi, tanto che il segretario Pd ha avvertito: «Mi auguro che non esista, dopo tutto quello che è un doppio forno, e ho fiducia che non sia così, perché altrimenti sarebbe una cosa molto grave dal punto di vista della trasparenza della politica».

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