Il cancelliere Merz apre alla possibilità di fornire missili a lungo raggio. Mosca reagisce con durezza. Intanto Kiev si prepara a colpire in profondità il territorio russo
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A house destroyed by a Russian overnight attack on Markhalivka village, Kyiv region, Ukraine, May 25, 2025 (Photo by Volodymyr Tarasov/Ukrinform) //UKRINFORMAGENCY_ukr0140/Credit:Volodymyr Tarasov/UKRINFO/SIPA/2505280845
Con un annuncio che segna una svolta, il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha dichiarato che non ci sono più restrizioni sull’uso dei missili a lungo raggio forniti all’Ucraina. È la fine di un tabù, condiviso fino a ieri anche da Francia, Regno Unito e Stati Uniti, volto a evitare un'escalation diretta con la Russia. «Queste limitazioni non esistono più», ha detto Merz, suggerendo che la decisione è già operativa da tempo.
Tra le armi più discusse c’è il missile da crociera Taurus, di fabbricazione tedesca, con una gittata fino a 500 chilometri. Fino a oggi, nonostante le richieste di Kiev, non ne era stato inviato nemmeno uno. Ma ora lo scenario potrebbe cambiare.
Armi, obiettivi e strategia
Secondo l’analista Kateryna Stepanenko dell’Institute for the Study of War, sentita dal quotidiano Domani, l’impatto di questi missili dipenderà da due fattori: la quantità effettivamente fornita e il livello di cooperazione nell’intelligence per l’identificazione dei bersagli. Senza un’adeguata condivisione di informazioni, anche un’arma potente rischia di essere poco efficace.
Oggi l’Ucraina dispone già dei missili Atacms americani (300 km di gittata) e degli Storm Shadow/Scalp franco-britannici (250 km). I Taurus, con i loro 500 km, estenderebbero enormemente il raggio d’azione delle forze ucraine, permettendo attacchi in profondità sul territorio russo.
Obiettivi fissi e mobili
Attualmente, Kiev può colpire obiettivi fissi come depositi di carburante o basi militari, ma fatica a colpire postazioni mobili. I Taurus potrebbero cambiare la situazione, soprattutto se integrati in strategie di dynamic targeting, ossia colpire obiettivi in movimento con precisione e tempestività.
Secondo le immagini satellitari analizzate dall’Isw, ci sono almeno 245 obiettivi russi di alto valore nel raggio attuale dei missili ucraini, inclusi aeroporti, centri di comando e depositi. Con i Taurus, verrebbero inclusi anche obiettivi più profondi e strategici, potenzialmente fino a Mosca — un’opzione che, sebbene teoricamente possibile, comporterebbe enormi rischi operativi per i piloti.
La reazione di Mosca
L’annuncio di Merz ha scatenato immediate reazioni. Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha accusato la Germania di coinvolgimento diretto nel conflitto e ha evocato paragoni con i passaggi più bui della storia del Novecento. La Russia potrebbe reagire intensificando gli attacchi contro infrastrutture ucraine o tentando di isolare politicamente Kiev, mettendo sotto pressione i governi europei.
Mosca ha già iniziato a modificare le proprie strategie: ridislocazione di comandi, depositi e radar, rafforzamento della guerra elettronica, e un possibile cambio nelle traiettorie degli attacchi con droni Shahed, ormai potenziati per aggirare le difese ucraine.
Il ruolo dell’intelligence occidentale
Oltre alla tecnologia, sarà decisivo il flusso di informazioni tra Kiev e gli alleati occidentali. «Colpire obiettivi mobili richiede sapere esattamente quando e dove si trovano», osserva Stepanenko. Solo così si potrà massimizzare l’efficacia operativa dei missili e giustificare il loro elevato costo: uno Storm Shadow supera il milione di dollari, e i Taurus ne costano ancora di più.
La posta in gioco
Con l’estensione del raggio d’azione, cambia la geografia del conflitto. Si allarga la mappa, ma anche l’incertezza. La disponibilità dei Taurus potrebbe rappresentare una nuova fase nella guerra: l’Ucraina guadagna capacità strategiche, ma aumenta il rischio di scontro diretto con la Russia.
Per Kiev, si tratta di una conquista militare e simbolica. Per Mosca, una nuova minaccia da contenere. Per l’Europa, una decisione che pesa sul futuro della sicurezza continentale.